La preghiera del “Padre nostro” incisa in lingua russa sul muro di una delle stanze dove anche nella città di Balakliya venivano torturati gli ucraini. La foto è stata pubblicata dal capo della Polizia nazionale ucraina, Ihor Klymenko, sulla sua pagina Facebook. L’8 settembre scorso, era stato ufficialmente confermato che i soldati delle Forze armate ucraine avevano liberato parte della regione di Kharkiv, presa in precedenza sotto il controllo delle truppe russe. Man mano che le truppe ucraine avanzano e riprendono il controllo dei territori, stanno emergendo orrori e pratiche di tortura. Non bastavano le fosse comuni a Buscha e Irpin. La guerra è un’immensa distesa di dolori e orrori. Il muro su cui è stata incisa con la pietra la preghiera cristiana, è avvolto nel buio. Si trova in una stanza delle torture nel quartier generale dei russi nella città di Balakliya ora liberata. Sempre in queste ore, Kiev ha annunciato di aver scoperto altre camere della tortura nella regione di Kharkiv. Il capo della Polizia nazionale parla di almeno altre dieci camere scoperte in diverse località. La deputata Maryana Bezugla ha raccontato che all’interno delle stanze delle esecuzioni, sono stati ritrovati istruzioni sul “nazismo ucraino” incollate sui muri, una sedia con un martello, del nastro adesivo, dei guanti usati, anche tracce di sangue. Tra quegli orrori, anche la preghiera insegnata da Gesù agli apostoli. Non è dato di sapere quale storia nasconda questa invocazione al Dio della pace e della misericordia. L’unica cosa certa sono le scritte incise in russo, sul muro, di una preghiera che tra l’altro invoca il perdono e la vittoria finale del bene sulle tenebre: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male”.