Papa Francesco: ai trappisti, “anche gli strumenti di comunicazione devono essere a servizio della partecipazione reale”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Una comunità di vita consacrata può essere segno del Regno di Dio testimoniando uno stile di fraternità partecipativa tra persone reali, concrete, che, con i loro limiti, scelgono ogni giorno, confidando nella grazia di Cristo, di vivere insieme”.  Lo ha detto il Papa ai partecipanti al Capitolo Generale dei Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti), ricevuti oggi in udienza in occasione del loro Capitolo generale, che si tiene alla Porziuncola di Assisi. “Anche gli strumenti attuali di comunicazione possono e devono essere al servizio di una partecipazione reale – non solo virtuale – alla vita concreta della comunità”, il monito del Papa, che ha ricordato come il Vangelo “ci consegna il sogno di Gesù di una Chiesa tutta missionaria: questo mandato riguarda tutti, nella Chiesa. Non ci sono carismi che sono missionari e altri che non lo sono. Tutti i carismi, in quanto dati alla Chiesa, sono per l’evangelizzazione del popolo, cioè missionari; naturalmente in modi diversi, molto diversi, secondo la ‘fantasia’ di Dio”. “Un monaco che prega nel suo monastero fa la sua parte nel portare il Vangelo in quella terra, nell’insegnare alla gente che vive lì che abbiamo un Padre che ci ama e in questo mondo siamo in cammino verso il Cielo”, le parole indirizzata in modo particolare ai religiosi.

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