“Desidero esprimere la mia gratitudine a quanti in questi trent’anni hanno lavorato per questa Fondazione, che ora cambia forma ma – voglio sottolinearlo – mantiene la sua missione e rimane un’opera della carità del Papa”. È il saluto del Papa ai membri del Consiglio di amministrazione della Fondazione “Populorum progressio”, che con un rescritto in vigore da oggi viene soppressa e sostituita dal Fondo “Populorum progressio”. “Molte famiglie in America Latina e nei Caraibi sopravvivono in condizioni subumane”, la denuncia del Papa: “L’Assemblea ecclesiale del Continente, che ancora è in sviluppo, è stata un’opportunità per ascoltare il grido dei poveri, e il Sinodo sull’Amazzonia ci ha avvicinato alla realtà di esclusione in cui vivono le comunità indigene e afro-discendenti”. “I quattro sogni che ho voluto condividere con l’Amazzonia si estendono all’intero continente e a tutta l’umanità”, ha spiegato Francesco, secondo il quale “è necessario che di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”. “Percorrendo il cammino sinodale dobbiamo crescere come Chiesa ‘samaritana’ che conforta, si impegna e si china a toccare le piaghe della carne sofferente di Cristo nel popolo”, l’indicazione di rotta del Papa: “Il nostro auspicio è che queste iniziative di solidarietà dimostrino che è possibile cambiare, che la realtà non è bloccata. Se vengono intraprese con saggezza e coerenza, saranno un segno che speriamo possano motivare molti”.