“Profonda preoccupazione per il rinnovato conflitto tra Armenia e Azerbaigian innescato il 12 settembre” e appello all’UE affinché metta in atto ogni sforzo volto a “evitare un’ulteriore escalation e ristabilire un cessate il fuoco favorevole alla ricerca di una pace duratura”. E’ quanto esprime la Conferenza delle Chiese europee (organismo ecumenico che riunisce la maggior parte delle principali Chiese europee protestanti, ortodosse, anglicane e vetero-cattoliche) in una lettera a Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea. Nella lettera, le Chiese chiedono un maggiore impegno dell’Ue per garantire a tutte le persone che vivono nella regione la protezione e il godimento dei diritti umani ed un maggiore coinvolgimento delle comunità religiose nel processo di ricerca per una riconciliazione duratura, in quanto “possono portare messaggi di speranza, fede e amore” in situazioni di “profonde delle ostilità rinnovate e precedenti”. Il 13 settembre la Kek e il Consiglio ecumenico delle Chiese (WCC) hanno lanciato un appello congiunto per la cessazione delle ostilità tra le forze azere e armene e sollecitando il dialogo per risolvere le numerose questioni irrisolte dopo il conflitto di due anni fa. Le Chiese si sono rivolte anche al presidente dell’Ocse, Zbigniew Rau, affinché faccia del suo “tutto il possibile per evitare qualsiasi abuso cinico dell’attuale situazione geopolitica, per evitare un’ulteriore escalation e per promuovere progressi più rapidi ed efficaci verso una pace giusta e sostenibile nella regione”.