Da oggi la Federazione Russa cessa di essere parte contraente della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. È conseguenza della decisione, presa dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 16 marzo scorso, di espellere la Federazione dall’istituzione paneuropea. A partire da oggi, cessa di esistere anche l’ufficio del giudice russo. La Corte resterà competente nella gestione dei ricorsi contro la Federazione Russa in relazione a fatti e omissioni avvenuti prima della data odierna. Al momento attuale, dice la Corte, ci sono 17.450 ricorsi pendenti dinanzi alla Corte diretti contro la Federazione Russa, il Paese con più casi pendenti in assoluto (al secondo posto, la Turchia ha 15.250 casi pendenti). Secondo le Statistiche della Corte europea, tra il 1959 e il 2021 sono stati emesse 3.116 sentenze su casi relativi alla Russia, solo nel 115 non erano state rintracciate violazioni. Rispetto invece alle restanti tremila sentenze di condanna, il numero più alto di infrazioni riguardava gli articoli della Convenzione sul diritto alla libertà e alla sicurezza (1.299), il diritto a un giusto processo (988), il trattamento disumano o degradante (992).