“Aggiungo una fortissima preoccupazione per la decisione presa ultimamente dai politici di togliere o modificare il cosiddetto reddito di cittadinanza. Fate attenzione a non danneggiare la già compromessa famiglia, in particolare i bambini e i loro figli, non togliamo il loro sostentamento”. Lo scrive il missionario laico Fratel Biagio, che ha avuto diagnosticato un tumore al colon e martedì scorso ha fatto il sesto ciclo di chemioterapia. Fratel Biagio è il fondatore della Missione di Speranza e Carità di Palermo che accoglie in gratuità e provvidenza circa 600 persone in difficoltà. In un suo messaggio, in cui rivolge un particolare appello per tutti i carcerati e gli ex detenuti, si sofferma sul reddito di cittadinanza. “Trasformando il reddito di cittadinanza o il sussidio in un prezioso lavoro, li integriamo, dando loro una vera dignità, non lasciandoli passivi e questo vale anche per ogni cittadino comune – osserva il missionario laico -. Ecco bisogna fare prevenzione, evitando così il ricadere nell’errore, con il rischio di ritornare a rubare o a essere dipendenti dei gruppi malavitosi. Autorità, è urgente costruire insieme un mondo migliore, non più disagi e nuove povertà”.
Quindi, l’attenzione particolare i detenuti: “Qualcuno li ha trascinati e indirizzati nella strada sbagliata, a delinquere, a rubare, a spacciare. Attenzione, hanno approfittato della loro povertà, sono cresciuti in quartieri emarginati, degradati e indigenti della città. Attenzione – dice il missionario laico -, non è corretto giudicarli, emarginarli e disinteressarsi di tutti loro, o pensare di non essere come loro, riflettiamo bene, perché ognuno ha i propri errori e peccati, non riteniamoci migliori, perfetti. Si scopre che i carcerati e gli ex detenuti non sono attenzionati e aiutati e non si garantisce la loro vita; è assurdo che ci sono delle leggi sul loro recupero e reinserimento nella società”. Ma, Biagio Conte, consapevole dalla mancanza di fondi, rivolge il suo appello alle autorità. “Dobbiamo essere più ospitali, più accoglienti e basta puntare il dito e giudicarli sempre come detenuti ed ex carcerati; è doveroso che quando finiscono di scontare la pena, sia le istituzioni, che i cittadini, devono aiutarli e non emarginarli e tacciarli sempre come ex detenuti, ma come nostri concittadini”.