“La via del dialogo interreligioso è una via comune di pace e per la pace, e come tale è necessaria e senza ritorno”. Ne è convinto il Papa, che nel suo ultimo discorso in Kazakhstan, pronunciato nel Palazzo dell’Indipendenza di Nur-Sultan, dopo la lettura della Dichiarazione finale a conclusione del Congresso delle religioni mondiali e tradizionali, ha ribadito che “il dialogo interreligioso non è più solo un’opportunità, è un servizio urgente e insostituibile all’umanità, a lode e gloria del Creatore di tutti”. “L’uomo è la via di tutte le religioni”, ha affermato il Papa spiegando, sulla scorta della visita di Giovanni Paolo II in Kazakhstan, quale sia “il punto di convergenza” dei credenti: “Sì, l’essere umano concreto, indebolito dalla pandemia, prostrato dalla guerra, ferito dall’indifferenza! L’uomo, creatura fragile e meravigliosa, che senza il Creatore svanisce e senza gli altri non sussiste!”. “Si guardi al bene dell’essere umano più che agli obiettivi strategici ed economici, agli interessi nazionali, energetici e militari, prima di prendere decisioni importanti”, l’indicazione di rotta di Francesco: “Per compiere scelte che siano davvero grandi si guardi ai bambini, ai giovani e al loro futuro, agli anziani e alla loro saggezza, alla gente comune e ai suoi bisogni reali. E noi leviamo la voce per gridare che la persona umana non si riduce a ciò che produce e guadagna; che va accolta e mai scartata; che la famiglia, in lingua kazaka ‘nido dell’anima e dell’amore’, è l’alveo naturale e insostituibile da proteggere e promuovere perché crescano e maturino gli uomini e le donne di domani”. Due, per il Papa, i cardini su cui si fonda il patrimonio spirituale e morale comune a tutte le religioni: la trascendenza, “forza nascosta che fa andare avanti il mondo”, e la fratellanza, la prossimità, “perché non può professare vera adesione al Creatore chi non ama le sue creature”.