“Ho accolto con grande interesse la proposta di essere a Taranto perché viene incontro ad uno degli orientamenti più importanti del Manifesto: impostare un pensiero che, in sintonia con quella conversione culturale che propone Papa Francesco, indichi delle traiettorie non solo nella teoria ma con un impatto preciso sulla realtà. E ho trovato in questa città una realtà vivace, un tessuto sociale difficile ma promettente”. Lo ha detto mons. Piero Coda, intervenendo all’incontro promosso a Taranto dal Centro di Cultura Lazzati, presieduto da Domenico Amalfitano, Centro riferimento a Sud per l’economia civile e che quest’anno compie 50 anni. “Cinquant’anni son passati dalla pubblicazione del ‘rapporto del Club di Roma’ che metteva nero su bianco un dato inoppugnabile: l’inquinamento, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, un concetto e una pratica smodati e iniqui dello sviluppo ci stanno spingendo sull’orlo del baratro. Un nuovo dossier, di recente pubblicato, conferma dati alla mano che la previsione s’è fatta realtà. In un’intervista, Carlos Alvarez Pereira, vicepresidente del Club, rimarca che la questione, oggi come allora, è che abbiamo la possibilità e la capacità di compiere una scelta. Il destino non è segnato”. “Il concetto di ontologia trinitaria – spiega Maria Silvestrini, coordinatrice della tavola rotonda – se lo applichiamo alla quotidianità diventa abbastanza semplice. Si passa da un rapporto ‘aut aut’, conflittuale, che si può creare tra due persone, ad uno di comprensione e collaborazione cioè ‘et-et’, dice il Manifesto di Coda. Perché presentarlo a Taranto? Perché è il luogo dei conflitti, primo fra tutti quello che viviamo costantemente tra lavoro e salute e noi crediamo sia possibile trovare un compromesso buono, che metta insieme il lavoro con il rispetto dell’ambiente e della vita”.