Ritorno in classe: mons. Bregantini (Campobasso), “la guerra innalza le frontiere, la scuola le abbatte. La guerra crea odio, la scuola affratella i popoli”

“Il volto della scuola diventa ora sempre più importante, proprio per la complessità e la gravità della guerra che incombe su tutti. Lo possiamo dire con forza che, se la guerra innalza le frontiere, la scuola le abbatte. La guerra crea muri; la scuola li supera. La guerra crea odio. La scuola affratella i popoli ed insegna l’arte preziosissima dell’incontro e della pazienza”. Lo ha scritto mons. GianCarlo Bragantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, nel messaggio per l’inizio dell’anno scolastico.
Per il presule, “diventa allora decisivo studiare la storia e la geografia dei vari popoli. Sentire il loro respiro nei racconti e poesie e canzoni”. “Ogni popolo con la sua cultura trovi in voi un pezzetto di cuore, carissimi ragazzi e ragazze”, l’esortazione dell’arcivescovo: “La diversità resti un dono primario per tutti. Divenga allora sempre più importante studiare la storia e la geografia di ogni popolo, per non vivere di cose sentite, ma di ogni cosa studiata e vissuta nella vastità di relazioni, di scambi e di condivisioni liberanti”. “Accogliere dentro e fuori della scuola i fratelli stranieri è diventato un punto di onore. E perciò, una conquista culturale, che va ben oltre la politica”, osserva mons. Bregantini, secondo cui “l’accoglienza è il valore di ogni società giusta e libera”.
Riferendosi poi al “clima da risanare”, l’arcivescovo auspica che “l’ecologia sia una vocazione, uno spazio che impegni ogni materia, una intuizione di pienezza. Perciò lo studio del Pnrr e dell’Agenda 2030 occupi un tempo adeguato, che sia garanzia di concretezza e ambito strategico”. “La cornice europea sia poi posta attorno ad ogni disciplina, e ciascuna punti a queste nuove prospettive di grande respiro”, prosegue mons. Bregantini. “Soprattutto la spiritualità – ammonisce – diventa allora la dimensione che attraversa tutti i vostri cuori, poiché la poesia incanta sempre. Non ha spazi di tempo”. Nel rivolgere un “grazie” a “tutto il mondo della scuola”, l’arcivescovo conclude esprime “un saluto caro a tutti gli insegnanti di religione, materia chiave nel cammino educativo e valoriale”.

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