Papa in Kazakhstan: incontro religioni mondiali, “proteggere la nostra casa comune e promuovere la custodia della vita in ogni sua forma”

Proteggere la nostra casa comune, “di fronte agli stravolgimenti climatici, perché non sia assoggettata alle logiche del guadagno, ma preservata per le generazioni future”. È l’ultima consegna del Papa ai leader delle religioni mondiali e tradizionali, riuniti a Nur-Sultan. “Con cura amorevole l’Altissimo ha disposto una casa comune per la vita: e noi, che ci professiamo suoi, come possiamo permettere che venga inquinata, maltrattata e distrutta?”, si è chiesto Francesco: “Uniamo gli sforzi anche in questa sfida”. “Virus come il Covid-19, che, pur microscopici, sono in grado di sgretolare le grandi ambizioni del progresso, spesso sono legati a un equilibrio deteriorato, in gran parte per causa nostra, con la natura che ci circonda”, l’analisi del Papa: “Pensiamo ad esempio alla deforestazione, al commercio illegale di animali vivi, agli allevamenti intensivi… È la mentalità dello sfruttamento a devastare la casa che abitiamo. Non solo: essa porta a eclissare quella visione rispettosa e religiosa del mondo voluta dal Creatore. Perciò è imprescindibile favorire e promuovere la custodia della vita in ogni sua forma”. “Andiamo avanti insieme, perché il cammino delle religioni sia sempre più amichevole”, l’invito finale: “l’Altissimo ci liberi dalle ombre del sospetto e della falsità; ci conceda di coltivare amicizie solari e fraterne, attraverso il dialogo frequente e la luminosa sincerità delle intenzioni. Non cerchiamo finti sincretismi concilianti, ma custodiamo le nostre identità aperti al coraggio dell’alterità, all’incontro fraterno. Solo così, nei tempi bui che viviamo, potremo irradiare la luce del nostro Creatore”.

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