Elezioni: riflessione di mons. Pavanello (Adria-Rovigo) sul diritto-dovere di votare. “Punto di arrivo di un cammino di discernimento”

“Mentre si avvicina la data di domenica 25 settembre, in cui si svolgeranno le elezioni politiche per il nuovo Parlamento, mi sembra utile proporre una riflessione sull’importanza di esercitare il diritto-dovere del voto per difendere la democrazia nel nostro Paese”. Lo afferma in una nota mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo. “Mai come prima, infatti, in queste elezioni è forte il rischio che una parte considerevole degli aventi diritto si astenga. Mi sembra di poter dire che per il futuro della nostra democrazia in queste elezioni forse sarà più importante il dato sull’affluenza alle urne che la vittoria di questa o quella parte politica”.
Secondo il vescovo, di fronte allo scetticismo verso le elezioni, è “importante chiedersi se rinunciare a partecipare al voto sia una soluzione o aggravi la crisi, aprendo la strada a soluzioni autoritarie e consegnando, ancora di più di quanto avviene già, le decisioni che riguardano il futuro della società a gruppi ristretti, espressione per lo più del potere economico”. “Va riconosciuto che la disaffezione al voto nasce anche da alcuni dati oggettivi che riducono notevolmente la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti: si pensi alla legge elettorale in vigore, che non permette di esprimere alcuna preferenza sui singoli candidati”, come pure “alla vastità dei collegi elettorali (frutto della riduzione del numero dei parlamentari) che rende assai problematico il rapporto tra elettori ed eletti”. “Per i cattolici poi si aggiunge un’ulteriore difficoltà, data dalla fatica di riconoscersi nelle varie proposte politiche in campo, che, in forme diverse, contengono progetti e visioni che non si conciliano con la dottrina della Chiesa”.
Pavanello però argomenta: “Nonostante tutto questo, esprimere il proprio voto rimane un valore importante. È comunque un messaggio forte quello che possiamo dare andando a votare: esprimendo il nostro voto infatti diciamo che come cittadini siamo presenti e attivi, che vogliamo far sentire la nostra voce e vigilare perché siano date risposte ai problemi della società, soprattutto in rapporto a chi è più debole e indifeso”. Il voto poi “deve essere il punto di arrivo di un cammino di conoscenza e di discernimento per individuare tra le varie proposte quella che in coscienza troviamo meglio rispondente alle necessità della società e alla visione del futuro del nostro Paese che coltiviamo”.

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