Diocesi: card. Zuppi (Bologna), “camminare insieme richiede a ognuno di noi una conversione personale, quella alla comunione”

Oggi, a conclusione della Tre giorni del Clero, tenutasi in Seminario dal 12 al 14 settembre, l’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Maria Zuppi, ha comunicato i nomi dei vicari generali ed episcopali e del segretario generale e moderatore della Curia che formeranno il Consiglio episcopale. L’arcivescovo ha confermato nel loro servizio mons. Stefano Ottani, vicario generale per la Sinodalità, mons. Giovanni Silvagni, vicario generale per l’Amministrazione e il segretario generale e moderatore della Curia, mons. Roberto Parisini. Ha, inoltre, nominato don Angelo Baldassarri, vicario episcopale per la Comunione e il dialogo e con la delega agli Organismi di partecipazione, don Stefano Zangarini, vicario episcopale per la Testimonianza nel mondo, don Massimo Ruggiano, vicario episcopale per la Carità (confermato), don Davide Baraldi, vicario episcopale per la Formazione cristiana, ed è stata anche nominata suor Chiara Cavazza, direttrice dell’Ufficio diocesano per la Vita consacrata, che entra così a far parte del Consiglio episcopale. Il Card. Zuppi ha ringraziato i precedenti vicari episcopali per il loro servizio e ha presentato la sua nuova Nota pastorale per l’anno 2022-2023 “Entrò in un villaggio. Nel cammino sinodale delle Chiese in Italia” che introduce il documento della Cei sul secondo anno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia con “I cantieri di Betania”. Nel testo, il card. Zuppi sottolinea che “camminare insieme richiede a ognuno di noi una conversione personale: quella alla comunione. Non è complicato e nemmeno un inutile complicarci la vita. Ma non è affatto scontata e dipende da ognuno di noi. Dobbiamo imparare a farla crescere, a rendere le nostre comunità case di relazione intelligente tra di noi e con tanti, cosa che è possibile solo se ascoltiamo e mettiamo in pratica la Parola di Dio”. “Quanti atteggiamenti abbiamo – osserva l’arcivescovo – che umiliano la comunione, la riducono a politica ecclesiastica o a scontro di idee o di ruoli. Basta poco per limitarla, ad iniziare da non difenderla, anzi offenderla, continuando con il banale fare da sé”. “Sappiamo – conclude – che non è facile né scontato camminare insieme! Possiamo essere e saremo un ‘cuore solo e anima sola’, che ci aiuta a rendere possibili nuove risposte, a cercarle insieme per camminare uniti”.

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