Papa in Kazakhstan: incontro autorità, in Ucraina “folle e tragica guerra”, no a “blocchi contrapposti”, sì a “spirito di Helsinki”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Qui Giovanni Paolo II venne a seminare speranza subito dopo i tragici attentati del 2001. Io vi giungo nel corso della folle e tragica guerra originata dall’invasione dell’Ucraina, mentre altri scontri e minacce di conflitti mettono a repentaglio i nostri tempi. Vengo per amplificare il grido di tanti che implorano la pace, via di sviluppo essenziale per il nostro mondo globalizzato”. E’ la parte del primo discorso del Papa in Kazahistan più strettamente legata all’attualità. “È dunque sempre più pressante la necessità di allargare l’impegno diplomatico a favore del dialogo e dell’incontro, perché il problema di qualcuno è oggi problema di tutti, e chi al mondo detiene più potere ha più responsabilità nei riguardi degli altri, specialmente dei Paesi messi maggiormente in crisi da logiche conflittuali”, l’appello da Nur-Sultan, davanti alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico. “A questo si dovrebbe guardare, non solo agli interessi che ricadono a proprio vantaggio”, il monito di Francesco: “È l’ora di evitare l’accentuarsi di rivalità e il rafforzamento di blocchi contrapposti. Abbiamo bisogno di leader che, a livello internazionale, permettano ai popoli di comprendersi e dialogare, e generino un nuovo ‘spirito di Helsinki’, la volontà di rafforzare il multilateralismo, di costruire un mondo più stabile e pacifico pensando alle nuove generazioni. E per fare questo occorre comprensione, pazienza e dialogo con tutti. Ripeto, con tutti”.

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