Il 150° di fondazione delle missionarie comboniane sarà ricordato domani, mercoledì 14 settembre, a partire dalle 10.30, nella casa madre delle Pie Madri della Nigrizia a Verona, in via Santa Maria in Organo 1, con l’inaugurazione della mostra “Una promessa che continua”, che ripercorre la storia dell’istituto e pone le premesse per il futuro. L’appuntamento inizierà con un momento di preghiera in memoria di suor Maria De Coppi, uccisa in Mozambico nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorsi, durante un raid jihadista, che ha totalmente distrutto la missione comboniana. “Il Giubileo per me è un tempo di grazia – commenta suor Esperance Bamiriyo, congolese, superiora della Casa Madre delle Pie Madri della Nigrizia di Verona, più note come missionarie comboniane –. Avere la responsabilità di questa casa comprata dal nostro fondatore Daniele Comboni è per me una grande gioia, perché mi ricorda tutto il cammino fatto in questo luogo durante questi 150 anni di storia e le tante sorelle che prima di me hanno preso cura di questo luogo”. “Una scelta che risponde anche al cambiamento dei tempi – spiega la superiora generale, suor Luigina Coccia –. Il nostro Istituto subì un duro colpo quando, poco dopo la fondazione, Daniele Comboni morì. Ma la lungimiranza delle sorelle che con lui avevano condiviso la missione fece sì che questo tesoro prezioso non andasse perduto. Così, nonostante le difficoltà, e sapendo di volta in volta rispondere ai nuovi bisogni, l’istituto è arrivato a compiere un secolo e mezzo”. Oggi sono 1.017 le suore comboniane nel mondo, appartenenti a 34 nazionalità (608 europee, 248 africane, 157 americane, 4 asiatiche), ma l’età media è 70 anni e questo richiede una riflessione che sarà all’ordine del giorno del XXI Capitolo generale che si terrà in Casa Madre dal 1° al 26 ottobre. “Essendo noi consorelle in un processo di diminuzione, potrebbe esserci la tentazione di ritirarci sui Paesi dove già operiamo – conclude suor Coccia –. Secondo me, invece, dovremmo riorganizzarci affinché l’istituto continui ad espandersi in più Paesi possibile, magari con meno presenze e ampliando la collaborazione con altre congregazioni, perché riteniamo che ogni realtà umana, ogni cultura, ogni Chiesa abbia molto da donarci”. La mostra resterà a Verona fino al 25 ottobre. Poi andrà itinerante nelle altre sedi della Congregazione.