“Come a Cana, anche oggi la Madre della Misericordia contribuisce a restituire serenità e fiducia sulla mensa della nostra vita”. Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, presiedendo in cattedrale la messa per la festa della Madonna delle Grazie concelebrata dal card. Gualtiero Bassetti e dal vescovo ausiliare Marco Salvi.
Introducendo la sua prima omelia dopo l’ordinazione episcopale, il presule ha affermato che “sono particolarmente contento di essere qui questa sera e di iniziare il servizio episcopale celebrando con voi e per voi l’Eucarestia in questa festa, dedicata alla Madonna delle Grazie”. Nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, ha osservato, “la prima cosa che colpisce è l’attenzione di Maria, il suo sguardo pronto a cogliere e a leggere la situazione (‘Non hanno vino’)… Maria ci testimonia come la relazione con il Signore, la comunione con Cristo Gesù, renda capaci di accorgersi degli altri, aiuti a sentirsi corresponsabili di quanto vivono”. “Permette di sentire – ha proseguito l’arcivescovo – la loro mancanza di vino, quel vino che è simbolo della festa, della libertà, della scioltezza interiore, della verità, dell’abbondanza dei doni di Dio. Manca il vino quando viene meno la freschezza, la concordia, la fiducia; quando i problemi e le preoccupazioni che ci sono nella vita di oggi, che offuscano e confondono, quando ci si adatta all’opacità, al disordine, al peccato; quando la tristezza toglie gusto e colore all’esistenza; quando le responsabilità assunte sono trascinate come un peso insopportabile; quando lo stesso rapporto con Dio scivola nella stanchezza o, addirittura, nella paura…”. “Quante volte – ha notato mons. Maffeis – siamo frenati dal compiere il bene che starebbe nelle nostre possibilità dal pensiero che tanto è inutile, che non servirà a cambiare le cose, che niente e nessuno ci ringrazierà…”. “Preghiamo per la nostra Chiesa – ha concluso l’arcivescovo –, perché si conformi sempre più a Maria, alla maternità spirituale che l’ha resa attenta e sensibile nel cogliere i bisogni dei commensali e sollecita nell’orientare tutto al Cristo. Dall’incontro con lui fluisce la carità, che diventa presenza amorosa e operosa, segno e strumento attraverso il quale passa in abbondanza il vino nuovo della grazia del Vangelo, destinata a trasformare in profondità ogni ambito della vita umana”.