Viene presentata stasera nel santuario della Madonna della Sciara a Mompileri, in occasione del convegno organizzato per l’inizio del nuovo anno pastorale, la prima lettera pastorale di mons. Luigi Renna dal titolo “In ascolto dello Spirito Santo e dei fratelli per essere Chiesa in uscita”, indirizzata a presbiteri, consacrati e consacrate ed operatori pastorali della Chiesa di Catania. “Sono passati circa sette mesi da quando mi avete aperto non solo le porte delle vostre città, ma il vostro stesso cuore: sono grato a Sua Eccellenza mons. Salvatore Gristina, a ciascun presbitero, diacono, religioso e laico, per la fraterna accoglienza. Ho sperimentato come il popolo di Dio è abitato dal senso dell’ospitalità, e ancor di più lo è il popolo siciliano, segnato da una cultura in cui l’ospite è sacro. Ma ormai non sono più ‘straniero’, sono ‘cittadino’, in quanto pastore e fratello”: sono queste le parole con le quali mons. Renna inizia la sua lettera pastorale nella quale evidenzia fin dal principio come l’ascolto caratterizzi l’impegno del cammino sinodale già dallo scorso anno, ma deve tradursi in stile ecclesiale di una Chiesa che insieme cammina, ascolta lo Spirito Santo ed i fratelli, discerne ed è in uscita per seguire Gesù che si incontra per le strade ed i villaggi. “La lettera pastorale non costituisce da sola il progetto pastorale della diocesi, ma l’avvio ad esso. Un progetto, infatti, è frutto di un discernimento esercitato alla luce delle linee offerte dall’arcivescovo e sviluppato attraverso gli organismi di partecipazione; essi sono i ‘luoghi’ della comunione ecclesiale e a questa loro natura io credo molto per l’esperienza che finora ne ho fatto”, aggiunge l’arcivescovo di Catania che offre alla comunità ecclesiale diocesana alcuni spunti di riflessione per orientare il cammino sinodale di quest’anno, che si svolgerà seguendo i “Cantieri di Betania”. Sono infatti 2 le icone bibliche prese come guida nella lettera, Atti 15 e Lc 10, 38-42 l’episodio di Betania, che stimolano le parole di mons. Renna: “Il confronto sulle questioni importanti dovrebbe avere sempre questo senso di rispetto che, anche nell’animosità, non sposta mai i problemi ad un livello personale, ma cerca delle soluzioni in cui non ci sia la contrapposizione tra vincitori e vinti, e che permetta al progetto di Dio di manifestarsi con chiarezza”.