Il documento diffuso da una cinquantina di personalità del mondo cattolico segnala diverse priorità quali: la questione sociale, la sfida ambientale, l’immigrazione, la centralità della cultura e della educazione, la legalità e la lotta alla mafia, il fisco, la difesa della Costituzione, la pace e la guerra pressoché scomparse dal confronto elettorale. “Tutte priorità da inscrivere”, secondo i firmatari, “nell’orizzonte universalistico della pace, della giustizia e della salvaguardia del creato. Secondo una ispirazione coerente con le due encicliche sociali di Francesco. L’opposto del provincialismo di gran parte dell’offerta politica”. Si tratta di “un punto di vista di parte, ma non di partito, che si offre alla libera, pubblica discussione tra i cattolici e tra tutti gli uomini di buona volontà. Il documento intenzionalmente enuncia dei sì e dei no, si propone cioè di sottrarsi a un certo genericismo/concordismo che spesso connota i pronunciamenti di matrice cattolica”.
Sulla questione sociale: sì al reddito di cittadinanza ancorché rimodulato. Sulla sfida ambientale: no al rinvio della transizione ecologica motivato dall’emergenza energetica. Sull’immigrazione: no alla propaganda, alla chiusura dei porti, al blocco navale; sì ai flussi programmati, al diritto di asilo, alla collaborazione con le Ong. Sul fisco: no a flat tax e condoni, sì a progressività e lotta all’evasione. Su sanità e scuola sì a ulteriori investimenti pubblici. Su legalità e giustizia: un innalzamento della soglia della vigilanza da anni manifestamente abbassata. Sulla Costituzione: no a presidenzialismo e autonomia differenziata. Sulla guerra: sì a un’autonoma posizione europea, no alla rassegnazione all’escalation bellica. Infine: “No alla fiera delle promesse demagogiche insostenibili che, ancor prima di sfasciare i conti pubblici e ipotecare il futuro dei giovani, offendono l’intelligenza dei cittadini elettori”.