Il santuario della Beata Vergine della Porta, a Guastalla, è stato riaperto ieri al culto dopo i lavori di restauro e messa in sicurezza. Nel pomeriggio, alla presenza dell’arcivescovo Giacomo Morandi, gli interventi sono stati illustrati sul piazzale antistante l’edificio da Angelo Dallasta, direttore dell’Ufficio diocesano Beni culturali, Stefano Storchi, presidente del Comitato per il restauro, Camilla Verona, sindaco di Guastalla, Andrea Costa, consigliere regionale. L’arcivescovo ha indicato due “miracoli”: il rispetto della tempistica che ha permesso la riapertura al culto della chiesa e l’arrivo di due religiose per l’animazione spirituale. Morandi ha poi presieduto la cerimonia di apertura del portone della chiesa, subito gremita da tanti fedeli e dalle autorità. La messa, celebrata dall’arcivescovo con il vescovo emerito Massimo Camisasca, è stata introdotta dal parroco don Nildo Rossi, che ha ripercorso le tappe dei restauri e ha presentato suor Letizia e suor Vincenza, appartenenti all’Istituto delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria di Parma, che saranno presenti nel santuario.
Nell’omelia, l’arcivescovo ha evidenziato come nella miracolosa immagine della Beata Vergine della Porta siano rappresentati due santi: Francesco d’Assisi e Carlo Borromeo. Due figure emblematiche vissute in epoche diverse di riforma della Chiesa: hanno voluto riformare, ma partendo innanzitutto da se stessi, mentre la tentazione è molto spesso di voler partire dagli altri.
Quando venne aperto nel sec. XVII il santuario all’invocazione “Sancte porta” i fedeli guastallesi risposero tre volte “Tu che rechi al mondo la luce”: ecco il compito del cristiano anche oggi, essere viva luce.
Al termine della liturgia mons. Camisasca, durante il cui episcopato sono stati intrapresi gli indispensabili e impegnativi lavori e assai legato al santuario, ha raccomandato i guastallesi di tenere sempre viva la devozione della Madonna della Porta e a ricorrere a lei con fiducia perché è dispensatrice di doni.