Coronavirus Covid-19: Cauda (Gemelli), “fase di transizione verso convivenza con il virus”

“Siamo in un’interessante fase di transizione” e “ci stiamo avviando verso un modello di contrasto simile – pur trattandosi di due malattie diverse – a quello dell’influenza: non siamo in grado di interrompere l’infezione ma si proteggono le persone più a rischio dalle forme gravi”. In un’intervista al Sir Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive al Policlinico Agostino Gemelli Irccs di Roma, fa il punto sul Covid-19, alla luce ei nuovo vaccini bivalenti e non solo. “Questa pandemia – spiega – potrebbe avere una coda ulteriore con la quale è bene convivere proteggendo i più fragili. Occorre inoltre mettere in campo un sistema di sorveglianza epidemiologica simile a quello, ottimo, che abbiamo con Influ-net”. La fase più complicata sembra ormai alle spalle, “anche grazie al fatto che abbiamo quasi il 90% della popolazione adulta vaccinata e disponiamo di nuovi vaccini, farmaci e anticorpi monoclonali. Pur con le dovute differenze, oggi siamo in un contesto simile a quello dell’influenza”.
Perché in questi nuovi vaccini, e nei prossimi contro Omicron 4 e 5, rimarrà anche il ceppo originario di Wuhan?. “Esiste un fenomeno immunologico che si chiama ‘original sin’ (peccato originale, ndr) – risponde l’esperto -, in base al quale il nostro sistema immunitario risponde in maniera prioritaria contro l’antigene (il vaccino) che ha già ‘visto’, con cui ha avuto un primo impatto, più che verso uno nuovo. Tende cioè ad utilizzare la memoria immunologica: questo meccanismo spiega la scelta di conservare Wuhan anche negli attuali vaccini”. A breve potrebbero essere disponibili anche vaccini in grado di bloccare del tutto l’infezione, come quelli contro morbillo e vaiolo. “In India e in Cina – spiega Cauda – sono attualmente in fase di sperimentazione due vaccini che potrebbero essere utilizzati come vaccinazioni primarie o richiami, o addirittura uniti al vaccino per via sistemica, perché somministrati o per bocca o per via inalatoria potrebbero stimolare un’immunità locale a livello del naso e della bocca, vie di ingresso del virus, bloccandone in questo modo l’accesso e impedendo l’infezione”.

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