“La paura costruisce bunker non case, scava trincee non piazze”. Lo ha detto ieri il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, nell’omelia della messa della terza giornata del corso di formazione promosso dalla Fondazione Migrantes ed in corso ad Alghero fino a domani. Secondo mons. Baturi, per “costruire una casa serve tanta speranza, l’attesa fondata di una felicità condivisa con persone amate, la promessa di un bene da spartire nell’amicizia sponsale e nella comunità familiare. Per costruire una casa per la famiglia serve una grande gioia per un amore bello, una speranza che dà l’energia per la costruzione. Senza gratitudine, senza la gioia di un incontro amorevole, cosa possiamo costruire? Un bunker o una casa?”. E commentando la pagina evangelica della liturgia del giorno ha evidenziato che Gesù annuncia il Regno di Dio e “rende operante nell’incontro sanante con gli uomini che hanno bisogno di salute e salvezza. Gesù – ha aggiunto – è testimone della notizia che annuncia, è stato mandato per essere carne e sangue di un Regno che libera gli uomini che vivono nelle città. Nelle città siamo inviati noi, adesso, a chinarci sugli uomini, a comandare al male, a toccare gli infermi e imporre le mani su di essi. Ecco, noi siamo per grazia chiamati ad essere mano e parola della misericordia di Cristo risorto, a testimoniare la notizia bella che annunciamo”. “Costruire il futuro con…” è il tema scelto dalla Fondazione Migrantes per questo corso – riferisce www.migrantesonline.it – rivolto a tutti i direttori e collaboratori Migrantes delle diocesi Italiane in corso in Sardegna, la regione scelta dalla Commissione Cei per le Migrazioni per le celebrazioni nazionali della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del prossimo 25 settembre.