“Il 1942 segna l’inizio delle deportazioni di massa verso l’est. Neppure l’Olanda era più sicura. Il 20 luglio 1942, la Conferenza dei vescovi olandesi diffonde in ogni parrocchia una dichiarazione in cui viene denunciata ogni pratica razzista e antisemita. La reazione di Hitler non tarda ad arrivare. Pochi giorni dopo, il 26 luglio, ordina che siano arrestati tutti gli ebrei che si sono convertiti al cattolicesimo”. Lo rammenta oggi il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo integrale, ricordando Santa Edith Stein, nell’80° anniversario del martirio nel campo di concentramento di Auschwitz.
Il pomeriggio del 2 agosto “due agenti della Gestapo bussano al portone del Carmelo di Echt per prelevare suor Teresa Benedetta, insieme alla sorella Rosa. Condotte presso il campo di smistamento di Westerbork, nel nord dell’Olanda, il 7 agosto sono deportate insieme a molti altri presso il campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau. Il 9 agosto, suor Teresa Benedetta della Croce varca la porta della camera a gas in cui troverà la morte. Superata la soglia, si incontra faccia a faccia con lo Sposo, suggellando così il patto nuziale con Cristo crocifisso, a cui si era preparata come vergine saggia, conservando l’olio dell’amore per Dio”.
Quasi 3 anni dopo, “la guerra era appena terminata e mia madre era stata liberata da Terezin mentre invece mio nonno ed entrambi gli zii erano stati sterminati. Ma mia nonna Anna era gravemente ammalata di tifo e non poteva raggiungere Brno. Morì il 21 maggio 1945. Ancora non so dove sia stata sepolta. Così Auschwitz lega la testimonianza e le reliquie di Santa Teresa Benedetta della Croce alla storia e allo spirito di mia nonna, ovunque si trovino le sue spoglie. Per me, ripeto, è molto commovente celebrare l’80° anniversario di Edith Stein e, allo stesso tempo e nello stesso luogo, il 77° di Anna Löw, piangere mia nonna e onorarla, pensarla riunita a tutta la famiglia e anche a Santa Teresa Benedetta”.
Alcuni anni prima della Guerra, “Anna aveva dipinto su vetro la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Il dipinto si rivelò essere una premonizione per la mia famiglia, poiché nel 1948 noi quattro fuggimmo dall’incubo europeo e trovammo rifugio in Canada. È l’illustrazione riprodotta sull’immaginetta della mia ordinazione episcopale e del cardinalato nell’ottobre 2019. La frase è tratta dall’opera teatrale Dialogues des Carmélites di Georges Bernanos: ‘Solo una cosa importa: che, coraggiosi o vigliacchi, ci troviamo sempre lì dove Dio ci vuole, confidando in Dio per il resto’”. “L’espressione di Bernanos sembra particolarmente appropriata per mia nonna che ha affrontato con coraggio ogni grande ostacolo e pericolo, e calza perfettamente ad Edith Stein che ha perseguito fedelmente una vocazione in evoluzione alla verità e all’amore per diventare Santa Teresa Benedetta, patrona d’Europa; è altresì molto calzante come preghiera per ciascuno di noi e per tutta la Chiesa, di trovarci ‘sempre lì dove Dio ci vuole, confidando in Dio per il resto’”, osserva il porporato.
Ricordando Edith e Anna “con gli altri sei milioni di vittime, piangiamo e ci pentiamo: ‘Per non dimenticare ‘ . Attraverso la loro intercessione, preghiamo per la pace in Ucraina e nel mondo: ‘Non gli uni contro gli altri, non più, non mai … non più la guerra, non più la guerra’. Possano coloro le cui storie personali e familiari sono sia ebree sia cristiane contribuire al necessario dialogo tra le nostre fedi per vivere come fratelli tutti, nella nostra casa comune”, conclude il card. Czerny.