Il quotidiano francese Le Monde definisce Gorbaciov “artigiano dell’avvicinamento Est-Ovest” e scrive: “Adorato in Occidente, Mikhail Gorbaciov ha vissuto nel quasi-anonimato in Russia da quando aveva lasciato la vita politica nel 1991. Al culmine del paradosso, seduceva le folle in Europa e suscitava indifferenza in patria”. E aggiunge: “Valutare il ruolo di Mikhail Gorbaciov è una questione di geografia”. Infatti ben diversa è la percezione dei giornali dell’est Europa: Gorbaciov visitò l’Estonia nel 1987, “all’epoca il Paese era sotto l’occupazione sovietica”, ricorda la testata estone on line Eer che ripropone una galleria di immagini di quella visita. “Ampiamente riconosciuto come promotore di riforme, sotto gli slogan Perestroika e Glasnost’”, si legge ancora, queste “ebbero come seguito l’indipendenza di Estonia, Lettonia e Lituania”, sebbene “non fossero state pensate per questo scopo”.
Molto critico il quotidiano lituano Lrytas, che scrive: “In Lituania sarà ricordato come una forza che ha represso le aspirazioni all’indipendenza del Paese. I parenti delle vittime morte negli eventi del gennaio 1991 in Lituania hanno chiesto la responsabilità di Gorbaciov fino alla sua morte”: nella notte del 13 gennaio 1991, 14 persone furono uccise quando le unità militari sovietiche presero d’assalto la torre della Tv di Vilnius e l’edificio del Comitato radiotelevisivo. Gorbaciov era presidente dell’Urss e comandante in capo delle forze armate, aveva il controllo l’esercito, “ma non ha adottato misure per prevenire l’aggressione in Lituania e quindi non ha fermato l’esecuzione di un crimine internazionale”.
La testata lettone nra.lv riporta i commenti dei leader del mondo, ma titola secondo il commento del presidente lettone Levitis su Gorbaciov: “La Lettonia ha riconquistato la sua indipendenza contro la volontà di Gorbaciov”. Il presidente ha scritto infatti su Twitter: “Gli sforzi di Gorbaciov per riformare il rigido sistema fecero crollare l’Urss. I Paesi Baltici hanno giocato un grande ruolo in questo. Le nazioni oppresse ottennero la libertà”, ma appunto, secondo Levitis, contro la volontà del leader sovietico.