“In questo giorno in cui noi celebriamo la festa della Perdonanza celestiniana, il calendario liturgico ci ripropone la figura di San Giovanni Battista, il Precursore. Nel vangelo di Marco, viene riportato l’episodio del Suo martirio. Dal racconto possiamo cogliere la sua fermezza e fedeltà alla Parola della verità. Di fronte ad una ingiustizia Lui richiama, esorta e non si preoccupa delle conseguenze, infatti viene arrestato e poi decapitato proprio per essere fedele al comandamento del Signore. Lui ci testimonia come è necessario avere uno sguardo chiaro, reale e onesto, prendere coscienza di ciò che si vive e saperne cogliere la verità, riconoscere e scegliere quello che edifica e costruisce una persona vera”. Lo ha detto, ieri sera, mons. Antonio D’Angelo, vescovo ausiliare di L’Aquila, nella Messa di chiusura della 728ª Perdonanza. “Non sempre quello che appare bene lo è veramente, va provato, per non cadere in una lettura molto soggettiva e personale. Solo la Parola di verità accolta può aiutare a discernere, a fare scelte forti nella vita, a volte anche controcorrente, non è la maggioranza che stabilisce la bontà e il giusto della vita, abbiamo bisogno di una Verità che ci supera, alla quale fare riferimento e dalla quale attingere la luce e la forza per la vita”.
Per il presule, “la Perdonanza ci riporta proprio a questo, nessuno basta a se stesso, sentiamo la necessità di essere accolti amati e perdonati, solo nella Misericordia troviamo questa forza nuova di vita”. Cristo Gesù è “il perdono che Dio ha donato all’umanità, è la vita nuova che viene seminata nel cuore dell’uomo, della quale non si può pensare di farne a meno. Noi tutti abbiamo bisogno di questo, il nostro essere qui in questo giorno, aver attraversato la Porta Santa testimonia questa sete del cuore. Tale desiderio deve trovare un riscontro nella vita reale, dove le sfide della vita sono tante e a volte molto forti alle quali non è facile dare risposte, la compagnia di Cristo ci permette di accogliere quello che la quotidianità ci riserva, e trovare il coraggio di fare scelte, anche piccole, capaci di costruire il bene vero per se e per gli altri”. “La forza dello Spirito che abita i nostri cuori ci aiuta in questo processo di rinnovamento interiore, la cui operazione non è un semplice aggiustare delle cose, ma un radicale rinnovamento della propria persona. Entrare in una prospettiva nuova di vita, a volte incomprensibile, come la stessa vita di Papa Celestino V, ma il santo è proprio colui che si lascia plasmare dalla grazia, e ciascuno di noi è chiamato a entrare in questa logica, l’attraversare la Porta Santa e voler attraversare la Porta che è Cristo, come dice il vangelo di Giovanni, in Lui l’uomo e l’umanità intera può fare esperienza di Vita”. Nelle parole di San Paolo – “Lasciamoci riconciliare con Dio” -, “ritroviamo e manteniamo questo legame intimo e profondo con il Padre, per camminare nei sentieri della storia con determinazione e forza, lasciando una traccia luminosa di vita, perché il mondo sia migliore. Credo che noi come Chiesa aquilana abbiamo questo impegno non solo per noi stessi ma per tutti, il dono della Perdonanza non va trattenuto ma donato, perché tutti possano sperimentare la luce di Cristo misericordia del Padre”.