“Uno dei temi da esplorare – anche perché con il tempo è destinato a diventare drammatico – è quello della gestione di chiese non più utilizzate o scarsamente usate per il ministero. Bisognerà arrivare a forme di collaborazione da parte di persone competenti e responsabili, perché beni ecclesiastici non si perdano ma nemmeno diventino un peso schiacciante per un parroco che deve provvedere a tutto”. Lo ha sostenuto, oggi pomeriggio, mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, intervenendo all’incontro dei vescovi delle “Aree interne”, in corso a Benevento. “A questo proposito una osservazione da tenere presente riguarda il peso degli edifici religiosi nella programmazione e nell’azione pastorale. Un principio elementare è che il ministero dei preti sia servizio delle persone e delle comunità, e non di guardiani delle chiese da tenere aperte a tutti i costi. Non si decidono gli orari e il numero delle celebrazioni, per esempio, solo per garantire la valorizzazione di una o più chiese. Ridursi a custodi di un patrimonio immobiliare, per quanto di grande valore storico, artistico, religioso e culturale, sarebbe la più triste delle fini del nostro ministero”, ha osservato il presule.
Mons. Crociata ha poi parlato di “itineranza”, che è “altra cosa dal nomadismo esclusivamente legato al culto; essa deve prendere un altro senso e, soprattutto, richiede un altro approccio e diciamo pure un’altra formazione. Itineranza dovrebbe voler dire, nel senso evangelico o anche paolino, non essere definiti dalla titolarità di una sede, di una chiesa (con le derive impiegatizie che ahimè abbiamo conosciuto!), ma essere al servizio di una comunità dispersa in un territorio e bisognosa di accompagnamento nel suo pellegrinaggio esistenziale credente. Cogliamo subito il sapore antico, originario, di una tale prospettiva. Non è l’organizzazione territoriale il criterio decisivo, per quanto il rapporto con il territorio non possa essere mai trascurato, ma la presenza nella vita dei credenti che si raccolgono in piccoli gruppi o che, talvolta, possono e devono essere convocati in un’unica grande assemblea”.