“Il nostro convenire a Benevento acquista ormai il sapore di una piccola, piacevole tradizione e mira a formulare, per quanto possibile, criteri di discernimento in vista dell’elaborazione di una pastorale per le cosiddette Aree interne del Paese, che marginali non sono e neppure vogliono rassegnarsi ad esser considerate tali”. Lo ha detto l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, nel saluto iniziale dell’incontro dei vescovi delle “Aree interne”, che si svolge oggi e domani, presso il centro “La Pace” a Benevento.
“Il nostro convegno”, ha aggiunto il presule, “è un incontro di natura prettamente pastorale; esso segnala però anche un problema di natura squisitamente politica, perché la maggioranza dei Comuni italiani è costituita da realtà con popolazione al di sotto dei 5.000 abitanti, geograficamente collocati su tutto il territorio nazionale, non solo nel centro-sud dello Stivale, come rivela – con evidenza solare – anche la nostra provenienza: siamo infatti vescovi giunti qui da ben dodici Regioni italiane, del Nord, del Centro e del Sud del bel Paese, dal Piemonte alla Sardegna e Sicilia”. Secondo mons. Accrocca, “il problema dev’esser quindi assunto dal Governo centrale, come aveva riconosciuto anche il governo tuttora in carica, che nel passato Forum delle Aree interne, tenutosi in questo stesso luogo nel mese di maggio, si è reso presente con i ministri Giovannini e Carfagna: un problema che va affrontato non a forza di slogan dal sapore elettorale, ma con progettualità e intelligenza politica, merce – ahimè – sempre più rara”.
L’arcivescovo di Benevento ha concluso: “Sono sempre più convinto, come vado ripetendo ormai da tempo, che le Aree interne, prima ancora che di sostegni economici, abbiano bisogno di una seria progettualità a medio e lungo termine, e cioè abbiano bisogno anzitutto – e torno al punctum dolens – d’intelligenza politica. Papa Francesco è sensibile a questo discorso e si è fatto vicino a noi: come già in passato, per ben due volte, anche nella presente occasione ha scritto un’apposita lettera. Apro quindi il nostro incontro con la lettura del testo papale”.