“Insieme abbiamo fatto memoria: la memoria buona della storia millenaria di questi popoli, in armonia con la loro terra – questa è una delle cose più belle dei popoli indigeni: l’armonia con la terra, mai maltrattano il creato – e la memoria dolorosa dei soprusi subiti, anche nelle scuole residenziali, a causa delle politiche di assimilazione culturale”. Così il Papa, durante l’udienza di oggi in Aula Paolo VI, ha riassunto la prima tappa del “pellegrinaggio penitenziale” in Canada, ad Edmonton, nella parte occidentale del Paese. “Accompagnati dal suono dei tamburi, abbiamo lasciato spazio al silenzio e alla preghiera, perché dalla memoria possa ripartire un cammino nuovo, senza più dominatori e sudditi, ma solo fratelli e sorelle”, ha raccontato Francesco. “Dopo la memoria, il secondo passo del nostro cammino è stato quello della riconciliazione”, il riferimento alla seconda tappa, a Québec, nella parte orientale. “Non un compromesso tra noi – sarebbe un’illusione, una messa in scena – ma un lasciarsi riconciliare da Cristo, che è la nostra pace”, ha puntualizzato il Papa: “L’abbiamo fatto tenendo come riferimento la figura dell’albero, centrale nella vita e nella simbologia dei popoli indigeni”.