“Una vita dedicata completamente alla Chiesa e alla gente: prima da vicario generale di Fiesole, nelle terre della Val di Sieve, del Valdarno superiore, del Chianti e del Casentino; poi, da vescovo, nella diocesi e nella città di Prato – la terza del centro Italia dopo Roma e Firenze – e del suo territorio. Ma anche un pastore che ha girato l’Italia come apostolo della Dottrina sociale della Chiesa. Mons. Gastone Simoni ha attraversato da protagonista mezzo secolo di vita ecclesiale, sociale e culturale in Toscana e non solo”. È il ritratto offerto dalla diocesi di Prato del suo vescovo emerito, scomparso ieri sera a Fiesole.
“Degli intensi venti anni di episcopato pratese, dedicati ad una instancabile opera di evangelizzazione, solidarietà, animazione sociale e culturale, ad un costante impegno di dialogo con tutti, credenti e non credenti” la diocesi riporta “alcuni dati, per quanto riassuntivi e parziali: 23 sacerdoti ordinati, 5 nuove chiese consacrate, 11 lettere e documenti pastorali (per citare solo i principali), due ‘Missioni diocesane’, due ‘Peregrinatio Mariae’, 2 ‘Visite agli ambienti’, la promozione di fondamentali servizi di inclusione – il primo ‘Emporio della solidarietà’ d’Italia, la nuova Mensa dei poveri, il nuovo asilo notturno, la nuova casa per le ragazze-madri e quella per i padri separati, la casa per i lavoratori stranieri, la ‘Ronda notturna’ per i senza tetto, il servizio ‘anti-tratta’, il fondo ‘Insieme per la famiglia’, i nuovi centri per i minori e i disabili dell’Opera S. Rita –, la riforma della diocesi con le zone pastorale e i vicariati, l’attivazione della Scuola diocesana di Teologia e dell’adorazione eucaristica perpetua in ben due chiese”. E poi “l’impegno per il lavoro, continuo, contrassegnato negli ultimi anni di episcopato dalla promozione di un servizio di ‘Microcredito’, all’origine, tra l’altro, della nuova movida pratese, e del ‘Premio Santo Stefano’, iniziativa incisiva per sostenere la buona imprenditorialità”. Inoltre, è stato “fondamentale l’impegno per i giovani: è grazie a mons. Simoni che in diocesi si sono diffusi gli oratori estivi ed è stato creato l’Oratorio cittadino di Sant’Anna, come alla sua sollecitudine si devono gli altri feriali presenti in città”. Accanto a tutto questo “si sono sempre collocati la costante premura per la tenuta sociale della comunità civile, la collaborazione con le diverse amministrazioni e il sostegno spirituale ai cattolici impegnati in politica: Supplemento d’anima, il Forum cittadino e quello regionale dei cattolici impegnati in politica, la promozione per diversi anni di un ‘Tavolo del vescovo’ per facilitare il dialogo tra le istituzioni, l’ideazione del Collegamento sociale cristiano”. Sul fronte culturale e della comunicazione, la diocesi ricorda “l’attenzione per l’arte contemporanea, che lo ha portato all’inserimento di opere e installazioni – basti citare Robert Morris nella cattedrale – in numerose chiese; poi il restauro di decine di edifici religiosi, l’ampliamento del Museo dell’Opera del Duomo, la creazione del Centro culturale cattolico e della rivista Crocevia, il sostegno al settimanale cattolico Toscana Oggi e il salvataggio e lo sviluppo di Tv Prato, l’emittente cittadina”.
In una città interessata da uno straordinario fenomeno immigratorio straniero, “Simoni volle da subito potenziare i servizi di accoglienza, aiuto materiale e quelli di evangelizzazione verso i migranti: dai centri di ascolto della Caritas, alla Pastorale specifica, con l’attivazione di numerose ‘cappellanie’ per la liturgia e la cura pastorale delle diverse comunità; ha chiamato in diocesi suore, religiosi e sacerdoti cinesi, che hanno seguito la piccola comunità cattolica orientale”.