“Il gran numero di persone che, secondo quanto riferito, sono state fatte scomparire con la forza in Ucraina a seguito dell’invasione russa di febbraio è allarmante. Questa pratica aberrante deve cessare”: il monito arriva dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović, alla vigilia della Giornata internazionale delle vittime delle sparizioni forzate (30 agosto). “La stragrande maggioranza delle sparizioni forzate è attribuibile alle truppe russe e controllate dalla Russia”, denuncia Mijatović. “Molti funzionari locali, giornalisti e difensori dei diritti umani sono scomparsi o rapiti in aree dell’Ucraina sotto il controllo delle truppe russe o controllate dalla Russia”, si legge ancora nella nota diffusa oggi dalla commissaria che esorta: “Bisogna cercare tutte le persone dichiarate scomparse, localizzarle, liberarle e permettere che rimpatrino”; e poi indagare sui casi e punire i responsabili. In realtà sono migliaia i casi di sparizioni in Europa su cui non è stata fatta luce. Lungo l’elenco dei Paesi: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Cipro, Georgia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Federazione Russa, Serbia, Spagna, Turchia, Regno Unito (Irlanda del Nord). La strada da percorrere: “Rafforzare la legislazione, anche riguardo i diritti dei parenti, aprire archivi, compiere esumazioni, identificare le spoglie, perseguire i perpetratori, risarcire”.