Elsa, invisibile per 9 anni: Gazzi (Cnoas), “lavoriamo in situazione di continua emergenza ma non possiamo ‘perderci’ dei bambini”

“Si lavora in una situazione di continua emergenza, quasi un pronto soccorso dove prendersi carico delle persone più in difficoltà o delle situazioni più gravi, senza poter svolgere la parte preventiva e di costruzione della comunità per poter prendere in carico precocemente situazioni a rischio senza aspettare il dramma”, ma un fatto è certo: “Nel 2022, non possiamo permetterci nel nostro Paese di ‘perderci’ dei bambini”. Lo dice in un’intervista al Sir Gianmario Gazzi,il presidente del Consiglio nazionale degli ordini degli assistenti sociali (Cnoas), commentando la vicenda della piccola Elsa, per nove anni “invisibile” per società, istituzioni, servizi. “Per prevenire, affrontare e contrastare casi come questo – spiega Gazzi – occorre un’efficiente rete di servizi: Asl, Comuni, scuola e tutto ciò che ruota intorno alla tutela dei diritti dell’infanzia. L’assessore del Comune di Napoli ha denunciato in molti Comuni del Napoletano, ma sappiamo anche in molte altre parti del Paese, la mancanza di assistenti sociali”. Il parametro fissato per legge è di un assistente sociale ogni 5mila abitanti per arrivare addirittura ad uno ogni 4mila come nuovo obiettivo di servizio. Ma questo rimane sulla carta: “A fronte del Friuli-Venezia Giulia dove il rapporto è addirittura di uno ogni 2.500 abitanti, esistono Comuni, soprattutto nel sud Italia ma non solo, dove è previsto un solo assistente sociale per 50mila abitanti”. Oggi, assicura il presidente Cnoas, “la maggior parte dei Comuni non è in grado di garantire ai servizi sociali due prerequisiti essenziali: tempestività e continuità degli interventi” e “si lavora in una situazione di continua emergenza, quasi un pronto soccorso dove prendersi carico delle persone più in difficoltà o delle situazioni più gravi, senza poter svolgere la parte preventiva e di costruzione della comunità per poter prendere in carico precocemente situazioni a rischio senza aspettare il dramma”. Eppure, scandisce, “nel 2022, non possiamo permetterci nel nostro Paese di ‘perderci’ dei bambini”.

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