“Maria è Colei che ha messo la sua vita a disposizione di Dio dicendo: avvenga di me secondo la tua Parola. Dio ha guardato l’umiltà della sua serva e, dall’umiltà della sua serva, è nato l’Uomo nuovo. Ecco il regalo di Maria all’umanità: ha messo nel mondo l’Uomo nuovo, perché possiamo costruire umanità nuova, comunità rinnovate, che vivano con lo stile di Dio e come loro principio vivano la comunione”. Così il vescovo di Lamezia Terme Serafino Parisi che, ieri, nel giorno della festa della Madonna della Quercia di Visora, ha presieduto il pontificale solenne al santuario mariano diocesano di Conflenti.
Soffermandosi sulla liturgia domenicale, mons. Parisi ha focalizzato quello che è “lo stile di Dio, lo stile dell’ultimo posto. Lo stile di Dio, che noi ritroviamo riproposto mirabilmente nella testimonianza di vita della Vergine di Nazareth. Questo stile è molto di più dell’organizzazione delle nostre strategie e delle nostre minute tattiche, ma è l’orientamento della nostra vita che guarda verso la storia con lo stesso sguardo di Dio, assumendo il suo stile, il suo modo di essere, il suo modo di relazionarci con l’uomo e con la storia. La modalità divina di rapportarsi a noi uomini è quella dell’ultimo posto. L’ultimo posto, quello che non vuole scegliere nessuno. L’ultimo posto a cui la storia, la malattia, la vecchiaia, l’ingiustizia, le fratture ci condannano. Quello è l’ultimo posto”. Per il vescovo di Lamezia, guardando al Crocifisso, noi cogliamo che “quello è l’ “ultimo posto” su cui Gesù ha scelto di salire: la Croce: “Eppure la debolezza della Croce, la debolezza del Crocifisso inchiodato su quella Croce, è la forza di Dio che sa entrare nella storia. Non con la spavalderia di chi sembra di poter dominare il mondo”. Questa, ha concluso il presule, “è la logica di Dio, che ci invita a non rapportarci all’altro con la superbia, ma con l’umiltà e la mitezza”.