“Mi congratulo con voi per la cura con cui avete realizzato la Cappella della Memoria”. E’ l’omaggio del Papa in piazza Duomo, prima tappa del viaggio a L’Aquila, in cui dopo aver salutato i familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile del 2009 ha abbracciato idealmente tutta la città. “La memoria è la forza di un popolo, e quando questa memoria è illuminata dalla fede, quel popolo non rimane prigioniero del passato, ma cammina nel presente rivolto al futuro, sempre rimanendo attaccato alle radici e facendo tesoro delle esperienze passate, buone e cattive”, ha garantito Francesco: “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione. C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva dopo una tragedia è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti, insieme, non a piccoli gruppetti”. “È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi”, la raccomandazione del Papa: “una concordia laboriosa, un impegno lungimirante: stiamo lavorando per i figli, peri nipoti, per il futuro””. “Nell’opera di ricostruzione, le chiese meritano un’attenzione particolare”, l’appello di Francesco: “Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza”.