“Non possiamo tacere” è il titolo del documento redatto da un gruppo di fedeli laici in collaborazione con l’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro dell’arcidiocesi di Catania, in vista delle elezioni del 25 settembre. Il documento, che verrà presentato in un incontro pubblico lunedì 5 settembre, alle ore 19,15 nel Salone dei Vescovi (Arcivescovado, via Vittorio Emanuele 159), reca le firme di 13 proponenti, esponenti del mondo universitario, della società civile, del sindacato e delle professioni, e registra l’adesione di responsabili di movimenti, associazioni e di organismi appartenenti alla consulta delle aggregazioni laicali. Nel testo viene evidenziato che in questa tornata elettorale i firmatari non concederanno ai partiti “nessuna delega in bianco” e, anzi, si propongono di favorire un “discernimento personale e comunitario per la scelta dei candidati” sulla base di criteri condivisi (come la competenza e la coerenza etica, il rispetto del principio di sussidiarietà) e sulla base della valutazione dei programmi.
A questo proposito il documento fa risaltare, in un’agenda delle priorità, le grandi sfide e le emergenze, che caratterizzano la situazione siciliana e rispetto a cui richiama l’attenzione della politica. Fra queste: la povertà economica (il 42,2% delle famiglie in povertà assoluta risiede al Sud) e la povertà educativa (la Sicilia ha il triste primato della dispersione scolastica, al 19,4%, e della carenza di asili nido – solo l’8% contro una media nazionale del 27% -, e di tempo prolungato a scuola: solo il 7,5% contro il 53% in Piemonte) che insieme alla crisi economica e alla precarietà occupazionale incidono significativamente in modo negativo sulle prospettive di sviluppo della società siciliana.
Nel testo vengono, inoltre, evidenziati il grosso deficit siciliano di adeguate politiche ambientali, le carenze infrastrutturali, gli effetti della devianza e della presenza della criminalità comune, organizzata e mafiosa. Il documento suggerisce anche la necessità di una rinnovata efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni e invita a superare le diseguaglianze e a garantire il rispetto dei diritti, con particolare riferimento alla accoglienza della vita, dal suo inizio, nel suo sviluppo e fino alla conclusione naturale, alla assistenza e cura delle persone svantaggiate, fragili, degli anziani e dei minori. Infine, il documento propone una generosa apertura ai profughi e ai migranti che sia capace di “creare nuove sintesi culturali”.
Il documento rivolge un appello all’adesione e alla sottoscrizione da parte di singoli, associazioni di organizzazioni sindacali, datoriali e produttive di corpi intermedi, organismi del terzo settore e del volontariato. I gruppi, i movimenti e le associazioni, nonché le singole personalità che hanno sottoscritto il documento si impegnano “a vigilare sulla reale evoluzione delle promesse e dei progetti lanciati in campagna elettorale e sulla reale attuazione del principio di sussidiarietà”.