Sinodo valdese: Torre Pellice, Chiese chiedono riconoscimento di un “salario minimo”, per “garantire ad ogni lavoratore una vita non segnata dall’indigenza”

“Non vi siano ‘lavoratori poveri’. Chiunque lavora deve poter vivere dignitosamente. Il riconoscimento di un salario minimo che consenta ad ogni lavoratore e ad ogni lavoratrice una vita dignitosa, non segnata dall’indigenza, è quindi un obiettivo di diritto che la nostra società dovrebbe perseguire con determinazione, mettendo in campo tutte le azioni che diminuiscano l’enorme disuguaglianza sociale che abbiamo ormai acquisito, anche attraverso una più equa distribuzione della fiscalità”. È quanto chiede il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi riunito in questi giorni a Torre Pellice (Torino), in un documento approvato questa mattina a larghissima maggioranza dedicato ai temi del lavoro. I valdesi si dicono anche preoccupati per lo “sfruttamento dei lavoratori autonomi senza accesso a diritti e tutele (Partite Iva, collaborazioni personali continuative, etc.)”. “Fenomeni, questi, che aprono spazi a sperequazioni e diseguaglianze molto forti fra persone che svolgono le stesse o simili funzioni e mansioni”. Nel documento le Chiese chiedono anche che siano promosse “politiche del lavoro e migratorie che sappiano affrontare in modo coerente, sistemico ed umano la complessità dei fenomeni di mobilità delle persone fra i Paesi e all’interno del nostro”. Un paragrafo è riservato all’impegno “concreto ed efficace per la sicurezza sul lavoro e la lotta al lavoro nero, al lavoro grigio, allo sfruttamento del lavoro minorile, non affidandolo esclusivamente al rafforzamento (pure doveroso) dell’efficacia dei sistemi di controllo e sanzionatori, ma osando promuovere e favorire l’incontro dialettico ed un confronto sul campo fra le amministrazioni di controllo, le imprese e le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici, che consentano di affrontare tempestivamente i problemi per mantenere o riportare il lavoro nel solco della legalità e del rispetto delle normative”.

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