A causa della crisi energetica, in Germania si discute di tempi di funzionamento più lunghi delle centrali nucleari. Guardando al futuro, tuttavia, è necessario eliminare gradualmente l’energia nucleare “prima piuttosto che dopo”, afferma mons. Rolf Lohmann, ausiliare di Münster e responsabile per le questioni ambientali e climatiche presso la Conferenza episcopale tedesca (Dbk), lodando gli scioperi per il clima. In occasione della Giornata mondiale di preghiera per l’integrità del creato, che la Chiesa celebra il 1° settembre. Lohmann rileva che “per la conservazione del creato è urgente la nostra piena attenzione e un’azione decisa. È importante in questo momento che la catastrofe della guerra in Ucraina e i suoi effetti non portino a un rallentamento della lotta ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento ambientale. Queste crisi non devono essere giocate l’una contro l’altra”. Il vescovo è scettico sul dibattito sull’estensione della vita delle centrali nucleari tedesche. Anche se è ” sbagliato escludere categoricamente questo provvedimento in caso di emergenza”, ha detto in una intervista pubblicata dai settimanali “Neue Bildpost” e “Katholische SonntagsZeitung für Deutschland”.Tuttavia, da un punto di vista etico, è necessario “uscirne prima piuttosto che dopo, poiché l’energia nucleare resta una tecnologia rischiosa. Inoltre, resta irrisolta la questione dello stoccaggio finale”. Lohmann ha lodato l’impegno dei giovani, come quello degli attivisti di “Fridays for Future”: “Non è solo sensato, ma assolutamente necessario che i giovani in particolare alzino la voce in modo pacifico e attirino l’attenzione sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, poiché saranno colpiti in modo ancora più diretto e per un periodo più lungo rispetto alla mia generazione. Appoggio quindi decisamente l’appello di fare uno sciopero per il clima”, ha affermato Lohmann, riferendosi a un’azione pianificata da un’ampia alleanza che si svolgerà in numerose località a settembre.