Sarà il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ad aprire il 31 agosto a Karlsruhe, in Germania, con un discorso l’undicesima Assemblea generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc). L’Assemblea è il massimo organo deliberativo dell’organizzazione ecumenica mondiale e definisce le direttive di lavoro per i prossimi otto anni. L’evento ecclesiastico globale si terrà con un paio d’anni di ritardo a causa della pandemia e riunirà fino all’8 settembre più di 4.000 rappresentanti di 352 chiese dei cinque continenti. Si tratta del raduno più grande e diversificato del movimento ecumenico al mondo. L’ultima Assemblea si era svolta a Busan, in Corea del Sud. Sempre nella giornata di apertura, ad accogliere e salutare i partecipanti ci sarà anche il presidente del Baden-Württemberg, Winifred Kretschmann. L’Assemblea generale del Wcc ha il compito di eleggere il Comitato centrale e i presidenti, stabilire la direzione “politica” del Consiglio ecumenico delle chiese, elaborare dichiarazioni pubbliche, rivedere il lavoro del Consiglio, apportare eventuali modifiche a costituzione e regolamenti, decidere le linee-guida sulle finanze. Le decisioni vengono prese con il metodo del consenso. Oggi l’organismo ecumenico mondiale, con sede a Ginevra, riunisce evangelici, ortodossi, anglicani e vecchio-cattolici e rappresenta più di mezzo miliardo di cristiani e cristiane in tutto il mondo. I lavori si articoleranno in diversi momenti: ci saranno pre-assemblee tematiche, una preghiera mattutina e una serale, cinque plenarie e riflessioni teologiche, gruppi di studio della Bibbia e di formazione, conversazioni ecumeniche. Si terranno anche degli spazi, chiamati Brunnen (letteralmente ‘fontana’, in tedesco), dove si svolgeranno workshop, mostre ed eventi culturali collaterali all’assemblea. Molto attese quest’anno a Karlsruhe le delegazioni ortodosse che in maggio, proprio in vista dell’assemblea generale, si erano incontrate a Paralimni (Cipro) per discutere “sulle attuali sfide globali e sull’agenda delle Chiese ortodosse”. A quell’incontro partecipò anche una delegazione del Patriarcato di Mosca guidata dal metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne.