Sabato 27 agosto a Cogoleto (Savona-Noli), alle ore 21 nei locali parrocchiali dell’ex asilo in piazza della Chiesa, lo scrittore Anselmo Palini presenterà il suo nuovo libro “Hélder Câmara – ‘Il clamore dei poveri è la voce di Dio'”, ritratto di una tra le figure più importanti della Chiesa universale e della società del secolo scorso, in occasione dell’anniversario della sua morte e nel ventennale del circolo Acli a lui intitolato e in collaborazione con la parrocchia Santa Maria Maggiore.
Radicato nella Parola di Dio ed “educato dal suo popolo”, dom Câmara cercò sempre di tradurre nella realtà il sogno di un altro mondo possibile, basato sulla giustizia, sulla fraternità e sulla pace, e di una Chiesa aperta allo Spirito, povera e serva del Regno. Impreziosiscono il volume la prefazione di mons. Luigi Bettazzi, che conobbe l’arcivescovo brasiliano durante il Concilio Vaticano II, e le postfazioni dei due vescovi bresciani ma brasiliani d’adozione e per missione, Piero Conti e Carlo Verzeletti.
“Quando do da mangiare ad un povero tutti mi chiamano santo ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo allora tutti mi chiamano comunista”, soleva dire dom Hélder Pessoa Câmara. Nato a Fortaleza nel 1909 in una famiglia di classe media per l’epoca, fu ordinato sacerdote nel ’31 a Rio de Janeiro e nominato vescovo ausiliare nel ’52. Fondò la Banca della Provvidenza di San Sebastiano, che assisteva poveri ed emarginati, e organizzò il 36esimo Congresso eucaristico internazionale e la Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani, di cui fu attivissimo segretario. Nel ’64 fu nominato arcivescovo di Olinda e Recife da Papa Paolo VI.
Spinto dai suoi superiori, lavorò per risolvere la miseria nelle favelas. A causa del suo impegno sociale e della denuncia delle torture della polizia venne minacciato e osteggiato durante la dittatura militare. Fu uno dei maggiori precursori della “teologia della liberazione” latinoamericana e uno degli esponenti che maggiormente integrò le dimensioni politica e spirituale della fede cristiana. Lasciò la diocesi nell’85 per raggiunti limiti di età, vivendo poi nell’appartamento popolare a Recife in cui si era trasferito all’inizio del suo ministero episcopale, sino alla morte, avvenuta il 27 agosto 1999.