Il rapporto tra cattolici e democrazia, una questione tornata attuale con la campagna elettorale, ha radici antiche che affondano anche in una delle pagine più difficili della storia italiana: il fascismo. Rileggere criticamente quella fase è stato l’obiettivo della Giornata di studi storici ospitata oggi dalla Settimana teologica del Meic, promossa dalla Fondazione Camaldoli Cultura insieme all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, alla Fondazione culturale Niels Stensen, e con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.
“Fascismo e modernità: la metamorfosi del cattolicesimo italiano” è stato il tema intorno al quale, introdotti da Riccardo Saccenti e Tiziano Torresi, si sono confrontati il rettore della Lumsa Francesco Bonini, storico delle istituzioni politiche, e lo storico del cristianesimo Enrico Galavotti (Università di Chieti-Pescara). A distanza è intervenuto anche Francesco Traniello (Università di Torino).
“Nel corso dei vent’anni che vanno dalla fine del Partito popolare all’inizio della Democrazia cristiana, i cattolici attraversano la lunga stagione del fascismo con una grande novità, che è la costruzione dello Stato della Città del Vaticano che assicura alla Santa Sede autonomia e sovranità per poter attraversare questo lungo ventennio”, ha spiegato Bonini. “Nel frattempo, di fronte al bolscevismo da una parte e al fascismo e al nazismo dall’altra, emerge in concreto la possibilità di ‘un’altra via’, come dice De Gasperi, la via del personalismo e del pluralismo. Una via molto accidentata che dovrà attraversare le rovine della guerra ma poi porterà a una nuova stagione, quella della Costituzione, della democrazia e della libertà”.
Galavotti ha ricordato come “durante questo ventennio i cattolici hanno modo di riflettere sull’importanza del tema della democrazia: non è una riflessione facile, perché partono da una lunga stagione in cui hanno scelto di rimanere al di fuori dalle istituzioni dello Stato. Ma è proprio sotto il fascismo che il pensiero dei cattolici sulla democrazia comincia a diventare sempre più raffinato e importante, e sarà da qui che si arriverà alla scelta della costituzione di un partito, la Dc, in cui cattolici sapranno essere protagonisti per molti decenni a venire”.
Tornare a guardare criticamente a questo periodo storico ha un valore per l’attualità politica, civile e sociale che stiamo attraversando? Per Bonini, “come diceva De Gasperi, la storia è maestra di vita a patto di saperla studiare. Il fascismo per i cattolici è stato un tempo di resistenza, un tempo in cui la politica era preclusa ma in cui contemporaneamente c’è stato un investimento culturale, sociale, spirituale e morale: guardare a una stagione così complessa credo possa aiutare a guardare al futuro ma anche nello stesso tempo ad essere presenti e operosi nel presente”. “Il pensiero critico è sempre un valore per l’oggi”, ha aggiunto Galavotti. “Riflettere su quella fase così complicata ci fa capire che non esistono stagioni in cui è impossibile affrontare le crisi: esiste sempre la possibilità per ciascuno, con gli strumenti che si hanno a disposizione, di poter trovare anche soluzioni”.
Domani mattina la Settimana teologica del Meic ospiterà una tavola rotonda conclusiva sul tema della cura in campo educativo, economico e sanitario.