“Lecce sia sempre più in grado di essere comunità accogliente, pronta a venire incontro alle necessità dei poveri e dei sofferenti e non chiuda le orecchie dinanzi al grido dei più bisognosi”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, nel suo messaggio alla città al termine della processione dei patroni, i santi Oronzo, Giusto e Fortunato. “La solidarietà non si deve trasformare in compiacimento e accondiscendenza a proposte che favoriscano qualsiasi forma di pigrizia o di mancanza di laboriosità che talvolta riscontro tra le varie forme di emarginazione – ha aggiunto il presule -. A tutti va ricordato che la vita implica sacrificio, che il pane va guadagnato con il sudore della fronte e che l’accattonaggio non può diventare il lavoro di una intera esistenza”.
L’arcivescovo ha ricordato poi la presenza di “molte forme di emarginazione”, “la caduta nella droga, nell’alcol, nella ludopatia o in nuove dipendenze” e “i drammi dell’abbandono, della depressione e della solitudine”. “Contro queste terribili e insidiose miserie umane, la Chiesa continua a svolgere un lavoro silenzioso ed efficace, pur in mezzo a tante difficoltà”. Quindi, l’importanza dello sport attraverso la promozione del Lecce in Serie A. “Il Lecce calcio diventi un vero volàno perché si radichi nel territorio la cultura dello sport, della condivisione e anche le piccole realtà sportive di provincia aiutino i nostri ragazzi – è l’invito di mons. Seccia -, affinché, invece di lasciarsi prendere dallo stare tantissime ore sul telefonino o sul pc, possano correre sui campi, apprezzare i giochi di squadra, vivere lo spirito di sacrificio”.
Infine, un nuovo appello agli “uomini e donne della politica”, affinché “possiate difendere e proteggere il nostro territorio, e accompagnare lo sviluppo della piccola imprenditoria locale, talvolta penalizzata da scelte poco condivisibili”. Con un invito a tutti a “rifuggire dalla tentazione dell’astensionismo”.