“Tanta gioia e tanta emozione negli occhi dei bambini, ma anche negli occhi del Papa. Accanto alla gioia, nel Papa tanta angoscia: ce lo ha ripetuto tante volte, in diversi momenti la sua angoscia per questa guerra, che è una pazzia, come lui l’ha definita e così com’è realmente. Una follia che sta mietendo tante vittime innocenti perché, come il Papa ci ha ricordato, sono sempre gli innocenti a pagare il prezzo più alto di una guerra, con tanto dolore e tanta sofferenza”. A parlare al Sir è don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, dopo che il Papa, alla fine dell’udienza generale, ha incontrato un gruppo di bambini ucraini, in rappresentanza dei circa 200 minori ucraini attualmente in Italia, accolti da strutture diocesane in Lombardia e Toscana, per un progetto di accoglienza temporanea estiva, organizzato da Caritas italiana. “La giornata di oggi – osserva don Pagniello – ci ha ricordato quanto è importante riaffermare il dono della speranza, che per noi ha un nome preciso: il Signore Gesù Risorto. La speranza che abbiamo visto negli occhi dei bambini, che stiamo registrando negli occhi dei bambini, in questi giorni di riposo nel corpo e nello spirito. Speranza che hanno disegnato e scritto nei doni che questi bambini hanno consegnato al Papa”. Cosa hanno donato al Papa? “Tanti disegni e tanti oggettini che si sono portati dalla loro terra. In ogni disegno c’era una richiesta di pace, di preghiera per il loro Paese e per le loro famiglie – ci risponde don Marco -. Questo ha commosso il Papa e sta commuovendo tutti quanti noi. È anche un aiuto in questo momento a non cedere il passo allo scoraggiamento, ma a fare la nostra parte, a continuare nl servizio di accoglienza che tutta la Chiesa italiana sta portando avanti per accogliere i profughi ucraini ma anche per stimolare quanti sono chiamati a questo grande servizio a fare scelte concrete per la pace, e a continuare nella preghiera per chiedere al Signore il dono della pace”. Di qui l’auspicio: “Questa giornata sia per noi un momento di grande gioia, ma anche di rinnovato impegno di quello che il Signore Gesù e i fratelli ci chiedono”.
In questi giorni in Italia cosa chiedono soprattutto i bambini ucraini? “Sognano sicuramente la pace, ma anche di poter tornare a una vita serena, normale, di poter tornare a scuola, di poter riabbracciare i loro amici e, per tanti di loro, anche i papà in guerra. Non dimentichiamo, poi, che molti di questi bambini arrivano da orfanotrofi e in loro c’è anche la speranza di poter sognare una famiglia”. Accanto a questi sentimenti di speranza “ci sono tanta paura e angoscia per quanto sta accadendo”. “Mi dicevano gli educatori – prosegue il direttore di Caritas italiana – che oggi la giornata prevedeva per i bambini una gita all’Isola d’Elba, invece quando è stato annunciato loro ieri che avrebbero incontrato il Papa ci sono stati un grande applauso e lacrime da parte di tutti, dei più piccoli e dei più grandi. Questo è importante perché ci dice ancora una volta che siamo chiamati a essere un’unica famiglia umana che nella Chiesa trova la madre che accoglie, senza dimenticare i tanti bambini che nel mondo soffrono la fame come ci ha detto Papa Francesco e soffrono a causa della guerra”. Infine, “un pensiero particolare ai bambini russi”: “Anche loro – conclude don Pagniello – devono tornare a sperare e a sognare un mondo nuovo. Credo che i bambini, che sono il futuro del nostro mondo, vanno custoditi e accompagnati. A noi adulti la responsabilità di consegnare loro un mondo più giusto”.