“Sono lieto di trasmettere il saluto cordiale del Sommo Pontefice ai partecipanti alla 72ª Settimana liturgica nazionale, che si terrà a Salerno, città ricca di bellezze naturali e artistiche, custode non solo di pregevoli opere di arte sacra, ma dell’insigne reliquia del corpo di San Matteo apostolo ed evangelista e del santo Pontefice Gregorio VII. Il tema che tratterete, ‘Ministeri al servizio di una Chiesa sinodale’, riveste particolare significato per la Chiesa nell’attuale momento storico, e si riallaccia a quanto il Santo Padre ebbe a dire in apertura del Sinodo sulla sinodalità. Egli esortava a vivere l’itinerario del Sinodo diventando ‘esperti nell’arte dell’incontro. … Incontrarci a tu per tu, lasciarci toccare dalle domande delle sorelle e dei fratelli, aiutarci affinché la diversità di carismi, vocazioni e ministeri ci arricchisca’ (Celebrazione eucaristica, ‘melia, 10 ottobre 2021)”. Lo ha scritto il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin in un messaggio al presidente del Centro azione liturgica (Cal), l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, e a tutti i partecipanti ai lavori, in occasione dell’avvio della 72ª Settimana liturgica nazionale, in corso a Salerno.
“A cinquant’anni dal Motu Proprio ‘Ministeria quaedam’, con il quale San Paolo VI aveva rivisto tutta la materia degli ordini minori conservando quelli del lettore e dell’accolito come ministeri istituiti, non più considerati come riservati ai candidati al sacramento dell’Ordine, il Centro di azione liturgica – prosegue il messaggio del Papa a firma del card. Parolin – propone opportunamente una riflessione sull’animazione liturgica dell’intero Popolo di Dio, chiamato nella diversità dei compiti e dei ministeri a dare lode al suo Signore. Le giornate di studio e di confronto possono rappresentare un luogo ideale di verifica sulla effettiva ricaduta dei nuovi ministeri istituiti del lettore, dell’accolito, come anche quello del catechista nella prassi ecclesiale, guardando alla promozione degli stessi ministeri alla luce del Magistero di Papa Francesco, che invita costantemente a rinnovare la forma Ecclesiae in chiave più comunionale vincendo ogni residua tentazione di clericalismo”.
Con il Motu Proprio “Spiritus Domini”, “Egli superava il vincolo, allora mantenuto, che destinava i ministeri di lettore e di accolito ai soli uomini e disponeva l’inclusione delle donne nei ministeri laicali/battesimali con la modifica del can. 230 § 2”. Inoltre con il Motu Proprio “Antiquum Ministerium” donava alla Chiesa “la figura del ministero istituito del catechista. L’allora Congregazione ora Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, su mandato di Sua Santità, ha fatto seguire poi una Lettera ai presidenti delle Conferenze dei vescovi sul rito di istituzione dei catechisti, con in allegato il rito corrispondente. Su tale linea di approfondimento si colloca il vostro Convegno, che vede riuniti Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e numerosi fedeli laici, impegnati nell’esercizio di una ministerialità diversificata”. Il card. Parolin aggiunge: “L’auspicio del Santo Padre è che questa qualificata assemblea, che si pone a servizio della pastorale delle Chiese in Italia, partendo da uno sguardo attento alla situazione attuale, a sessant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, contribuisca all’approfondimento teologico-liturgico-pastorale della realtà ministeriale, aprendo prospettive da offrire al discernimento pastorale della comunità ecclesiale.
“Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27), dice il Signore: “Ecco il modello che deve ispirare ogni ministero nella Chiesa – prosegue il messaggio -. Da questa lezione evangelica la ministerialità della Chiesa è rinnovata continuamente, così che ciascuno può vivere in autenticità di fede e di servizio il ruolo che, in forza del battesimo e dei doni dello Spirito, è chiamato a svolgere. La visione stessa della Chiesa come mistero di comunione e una più avvertita considerazione della presenza e dell’azione dello Spirito Santo hanno contribuito a meglio porre in luce il ruolo del laicato nella comunità ecclesiale. Si tratta, pertanto, di favorire nei fedeli laici una più chiara consapevolezza della loro vocazione, che si esprime in una pluralità di compiti e di servizi per l’edificazione dell’intero popolo cristiano. Nel trattare questi temi, occorre essere attenti a non fare confusione tra il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale, interpretando arbitrariamente il concetto di ‘supplenza’, ‘clericalizzando’ e rischiando così di creare di fatto una struttura ecclesiale di servizio parallela a quella fondata sul sacramento dell’Ordine”.
“Il Santo Padre assicura la preghiera e, invocando la materna protezione della Vergine Madre della Chiesa, volentieri invia la Benedizione apostolica a vostra eccellenza, alla diocesi ospitante e al suo pastore, agli altri presuli, ai sacerdoti, ai diaconi alle persone consacrate, come pure ai relatori e a tutti i convenuti”, conclude il card. Parolin.