Nell’ambito della Conferenza nazionale del Consiglio nazionale per la prevenzione degli abusi e l’accompagnamento delle vittime della Conferenza episcopale cilena, che si è tenuta la scorsa settimana, è stata pubblicata la sintesi di un accurato studio, che comprende aspetti qualitativi e quantitativi, per comprendere il tipo di relazione che ha portato ad abusi sessuali in contesti ecclesiali nel Paese. La ricerca, intitolata “Dinamica relazionale degli abusi sessuali nel contesto ecclesiale in Cile: saper prevenire”, è stata commissionata al Centro Diritto e religione dell’Università Cattolica del Cile dallo stesso Consiglio nazionale, di fronte alla crisi generata dai casi di abusi sessuali commessi da religiosi nel Paese.
I risultati quantitativi sono stati ottenuti da un elenco di domande, con informazioni compilate dalla giustizia dello Stato e dalla giustizia canonica con la collaborazione di 21 delle 27 diocesi esistenti nel Paese e di 14 congregazioni religiose. Il rapporto contiene le testimonianze di 461 vittime e 168 aggressori in totale. Tra i punti salienti dello studio c’è che tutti gli autori di reato nello studio hanno commesso abusi su una vittima minore d’età; solo il 5,36% degli aggressori ha vittime di entrambi i sessi; Tra gli 84 sacerdoti diocesani, 24 di loro furono avvertiti dall’autorità; nel 90,17% dei casi c’è stata un’indagine preventiva; il 25% dei casi si verifica in parrocchia, il 10,77% nella casa del chierico.
Tra i risultati qualitativi più rilevanti di questa ricerca, spicca l’identificazione della presenza di “abuso spirituale” nelle dinamiche relazionali, in quanto elemento non presente in altri contesti. Questo tipo di abuso è segnalato principalmente da coloro che sono stati vittime di un sacerdote. Alcuni sopravvissuti intervistati definiscono l’abuso spirituale come un trarre vantaggio dalla fede professata dalla vittima per abusarne. Allo stesso modo, indicano che le strategie utilizzate a questo scopo consistono nella manipolazione della coscienza e nella distorsione del discorso religioso presentato alla vittima, al fine di sostenere, normalizzare o giustificare i loro approcci sessualmente abusivi nei suoi confronti.
Come riflessione finale di questa sintesi, è importante evidenziare che gran parte dei sopravvissuti intervistati afferma di decidere di partecipare all’indagine come un modo per raccontare ciò che è accaduto, che li aiuta a elaborare l’esperienza vissuta e/o a essere in grado di aiutare gli altri sulla base della loro testimonianza. Ciò evidenzia l’importanza dell’ascolto come forma di riparazione. I risultati ottenuti mostrano alcune implicazioni rilevanti delle dinamiche relazionali di cui tenere conto per la prevenzione.