Con la sua particolare vocazione di servizio alla collettività, ad Amatrice, il progetto di Casa Futuro è un esempio virtuoso di sinergia tra la forza dello Stato e l’iniziativa privata ed esprime il potenziale attrattivo delle aree interne dell’Appennino centrale.
“La condivisione, fin dall’inizio, da parte di tutti gli attori e gli enti preposti, di un progetto ambizioso e bellissimo come quello della rigenerazione del Don Minozzi è stata l’energia positiva di questo cantiere. Non solo i lavori procedono con regolarità e nel pieno rispetto dei tempi previsti, ma il cantiere comincia a funzionare come un laboratorio a cielo aperto in cui, per esempio, le macerie vengono per quanto possibile riutilizzate per la costruzione delle superfici carrabili e calpestabili della Casa Futuro. Credo che la costruzione di Casa Futuro ad Amatrice, grazie al suo formidabile valore sociale e rigenerativo di un’economia e di un percorso formativo, potrà essere assunta come modello di ripartenza anche per l’intero Paese”, dichiara l’architetto Stefano Boeri.
“Il cantiere di Casa Futuro è partito speditamente: ora va accompagnato e sostenuto e vanno realizzate le intese con i diversi soggetti culturali, economici e sociali che consentiranno di riempire di contenuti questi spazi – spiega il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili -. Ispirato alla Laudato si’ e pensato secondo una prospettiva unitaria, il progetto intende essere una forma concreta per tradurre la ricostruzione in rigenerazione, grazie all’attenzione ai giovani, agli anziani, all’economia e la cultura”.