Prende il via questa sera l’edizione 2022 della Settimana teologica del Meic, tradizionale appuntamento estivo del movimento degli intellettuali cattolici che si tiene al monastero di Camaldoli quasi ininterrottamente dal 1936. Il tema scelto per quest’anno è “La cura di sé (corpo e spirito)”, primo focus di un approfondimento triennale sul “prendersi cura”. Molti i relatori che si alterneranno fino a venerdì 26 agosto: i primi (domani martedì 23 agosto) saranno il benedettino padre Giorgio Bonaccorso, docente di liturgia all’Istituto padovano di Santa Giustina, e suor Silvia Catta, della Fraternità della Trasfigurazione, collaboratrice dell’Ufficio catechistico dell’arcidiocesi di Vercelli. Mercoledì 24 agosto sarà la volta del monaco camaldolese Emanuele Bordello, del filosofo e teologo Antonio Trupiano e della docente Francesca Rossano, e infine del liturgista don Luigi Girardi. I lavori saranno conclusi venerdì 26 da una tavola rotonda con la dirigente scolastica Daniela Bellabarba, il medico Gerardo Iuliano e l’imprenditore Giuseppe Iotti.
Durante la Settimana (giovedì 25) si terrà – informa un comunicato – anche la consueta Giornata di studi storici, dedicata quest’anno al tema “Fascismo e modernità: la metamorfosi del cattolicesimo italiano”, promossa dal Meic e dalla Fondazione Camaldoli cultura, quest’anno insieme all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, alla Fondazione culturale Niels Stensen e con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del ministero della Cultura. Introdotti da Riccardo Saccenti e Tiziano Torresi, interverranno il rettore della Lumsa Francesco Bonini, Enrico Galavotti (Università di Chieti-Pescara) e Francesco Traniello (Università di Torino).
“Perché partire dalla cura di corpo e spirito?”, si chiede la Presidenza del Meic nella nota di presentazione del programma. “Per cercare, aiutati anche dagli apporti della riflessione filosofica e scientifica oltre che teologica, di fondare con chiarezza su questa unità il nostro vivere da credenti, a conferma di quanto Tertulliano aveva intuito con il suo caro salutis cardo, cioè di come la carne sia il cardine della salvezza. Perché la fede ha una valenza anche corporea, e l’unità armoniosa di corpo e spirito è qualcosa che solo con la nostra collaborazione può avvenire. E se le modalità per costruirla sono molteplici la fonte da cui partire e a cui continuamente attingere è quella Parola, che ci è donata ma che da noi e solo da noi può essere resa vera, essere resa vita”.