(da Rimini) “Di che cosa avete bisogno ora?”: è la domanda che ha fatto da sfondo all’incontro “Dall’Ucraina con amore. Cultura, poesia, arte di un Paese vivo”, svoltosi ieri sera al Meeting di Rimini (20-25 agosto) e che ha visto la partecipazione dell’artista Pavlo Makov, rappresentante ucraino alla Biennale di Venezia, di Constantin Sigov, intellettuale ortodosso membro dell’equipe che ha preparato il viaggio a Kiev di Papa Francesco, e del poeta Boris Chersonskij. “Di armi”: è stata la secca risposta di Makov. “Lo dico da artista che vende le proprie opere per sostenere l’esercito. La mia arte in questo momento serve a questo. Dobbiamo combattere un nemico che vuol farci dimenticare quali sono le basi della nostra civiltà”. Dello stesso avviso Sigov: “I missili distruggono, ma soprattutto le menzogne. Questa è una guerra contro la società libera esercitata contro un Paese ma diretta in realtà a tutti i Paesi europei. Le sanzioni vanno aggravate perché sono misure per proteggere le proprie case”. Chersonskij, poeta ucraino censurato per decenni dai sovietici – “Fino a 56 anni potevo scrivere solo per il cassetto” -, non ha usato mezzi termini: “So che in Italia in alcuni fa presa quello che dicono i russi. Ma è tutto basato sulla menzogna, e il padre della menzogna è Satana. Non sono però le menzogne sovietiche, quando sapevamo leggere tra le righe: questa che viene proposta è una realtà alternativa. La propaganda russa è un crimine non minore della propaganda di Goebbels nella seconda guerra mondiale”.