È in programma per oggi, 22 agosto, alle 18 in piazza Garibaldi a Ravenna, una cerimonia per ricordare la figura di don Giovanni Minzoni, che la sera del 23 agosto 1923 fu assalito da due squadristi fascisti e colpito alle spalle con sassi e bastoni che gli provocarono la morte. “Ricordare don Minzoni, ucciso in modo vigliacco da fascisti, ci richiama in ogni tempo l’essere testimoni credibili contro ogni forma di oppressione della libertà. Ne abbiamo commemorato il martirio ma soprattutto la vita e l’impegno sociale”. Questo si legge nel comunicato diramato da Acli Emilia Romagna, organizzatore dell’evento assieme a Centro studi Donati, Agesci Ravenna-Faenza, Associazione Zaccagnini, Azione Cattolica, Cif, Masci, con il patrocinio del Comune di Ravenna. Nell’occasione interverrà Alberta Soliani, senatrice e presidente dell’Istituto Alcide Cervi, per la memoria della resistenza. “Don Minzoni capì, anche qui anticipando i tempi, che il Vangelo e la Chiesa hanno una parola da dire al mondo, ed entra nelle questioni sociali del momento e della sua terra. E fu qui in un delicatissimo momento della nostra storia e nell’approfondimento del Vangelo che egli capi molto bene il valore della vera libertà, la prima prerogativa della natura umana. Senza libertà non si fa che accettare la situazione e anche quando sembra che la mancanza di libertà assicuri l’ordine, il fuoco cova sempre sotto la cenere ed esploderà tanto più violento quanto più è stato contenuto”. Queste le parole di Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli, in occasione della cerimonia di commemorazione di don Minzoni del 23 agosto del 2021 e citate nel comunicato che prosegue: “‘Senza libertà non c’è progresso, né umano, né sociale e nemmeno religioso’. Queste le idee e la coscienza di don Minzoni e di quanti specialmente giovani lo circondarono di comprensione, di affetto e di entusiasmo. Così egli fu prete, senza che la sua voce cessasse mai di proclamare il Vangelo nella vita e con il Vangelo ciò che da esso discende. La sua voce si spense in un rantolo. Se avesse ancora potuto parlare nell’agonia, forse le ultime parole sarebbero state queste ch’erano in sintesi la sua vita: predicare il Vangelo agli uomini, dare la liberta a ognuno, a tutti amore e, anche a chi l’aveva assassinato, il perdono”.