L’allarme è stato dato dalla diocesi di Matagalpa attraverso i social network (gli unici mezzi che non sono ancora stati chiusi), verso mezzogiorno (ora italiana), quando in Nicaragua era ancora notte. Le forze di polizia del regime di Daniel Ortega hanno fatto irruzione, in piena notte, nella curia di Matagalpa, dove dai primi giorni di agosto il vescovo José Rolando Álvarez, che è anche amministratore diocesano di Estelí, viveva in pratica agli arresti domiciliari, con sei sacerdoti e sei laici. Secondo le prime frammentarie testimonianze, il vescovo, come la maggior parte dei sacerdoti e laici che erano con lui, è stato prelevato dalla polizia, ma non si sa dove sia stato portato. Di lui non si ha alcuna notizia.
Qualche particolare è stato dato dal giornalista indipendente Carlos Chamorro, direttore di “Esta Semana”, che ha scritto sul suo profilo Twitter: “Questa mattina la polizia ha assaltato la curia episcopale di Matagalpa. Mons. Rolando Álvarez è stato rapito in un camion, in direzione sconosciuta. Gli altri sacerdoti e laici sono stati portati via in veicoli separati”. In curia sarebbe rimasto solo un sacerdote, mons. Oscar Escoto.
La Conferenza episcopale del Nicaragua ha rilanciato sui propri profili social la scomparsa di mons. Álvarez. Immediata solidarietà alla Chiesa del Nicaragua è stata manifestata, attraverso dei comunicati diffusi poco fa, dalle Conferenze episcopali di Perù, Panama e Costa Rica. Prese di posizione che fanno seguito a quelle diffuse nei giorni scorsi, prima della notizia di oggi, dalle Conferenze episcopali di quasi tutti i Paesi latinoamericani.