“La celebrazione della festa della traslazione delle reliquie di Sant’Agata è stata molto attesa dopo i due anni di quelle necessarie restrizioni che hanno salvate molte vite, ed eccoci qui riuniti attorno all’altare e accanto al busto reliquiario della nostra piccola grande Martire di Cristo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nell’omelia della messa per la festa della traslazione di sant’Agata, celebrata in cattedrale, il cui testo è stato diffuso oggi.
Rispondendo a chi obietta che quelle restrizioni non erano necessarie, l’arcivescovo ha ribadito che “le misure di contenimento di questi due anni trascorsi sono servite e ringraziamo il prefetto e le forze dell’ordine, perché senza di esse molto probabilmente oggi non saremmo qui”. “È risuonato spesso un ritornello in questi giorni: ‘Si ritorna alla normalità!’ – ha aggiunto -. Miei cari, saremmo poco saggi se tornassimo alla vita di prima, anche a questa bella festa, senza aver fatto prima tesoro di quello che abbiamo imparato in questi due anni di pandemia”.
L’arcivescovo ha poi ribadito che “una epidemia che nel mondo, a tutt’oggi, ha causato la morte di circa sei milioni di persone non può lasciarci indifferente e la cosa peggiore che ci possa accadere è rimanere tali e quali, senza lasciarci scalfire il cuore e la mente”. “La nostra Sant’Agata ha pregato per la nostra città, a lei ci siamo affidati nei momenti più bui, ma sono convinto che la nostra celeste patrona sta pregando ancora di più oggi per la sua Catania e per i devoti di tutto il mondo, perché il ritorno alla cosiddetta normalità sia vissuto con la saggezza di chi impara dal dolore e dalla sofferenza, propria e altrui”.