“L’obiettivo quantitativo del 90% per lo stoccaggio di gas è abbastanza alla portata di mano perché, se non interverranno sorprese particolari, riusciremo ad ottenerlo. Ma questo ci sta costando moltissimo in termini economici”. Lo afferma Francesco Timpano, ordinario di Politica economica presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, in un’intervista al Sir nella quale fa il punto sulla crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina e dopo la “minaccia” arrivata martedì da Gazprom secondo cui i prezzi del gas potrebbe passare dagli attuali 2.400 dollari per 1.000 metri cubi a 4.000 prima dell’inverno. Nella stessa giornata sul mercato Ttf di Amsterdam (il mercato all’ingrosso del gas naturale tra i più grandi d’Europa) si è toccato il nuovo record storico del prezzo del metano. “Il costo complessivo dell’operazione di stoccaggio sta diventando estremamente oneroso”, osserva il docente, secondo cui sul fronte del risparmio energetico “dovremo lavorare”. “Ciò che serve è un risparmio su larga scala”, spiega, sottolineando che “questo è un pezzo fondamentale della strategia”. Timpano si dice anche incuriosito dalla tassa che da ottobre sarà introdotta in Germania (un nuovo sovrapprezzo nella bolletta del gas pari a 2,419 centesimi di euro per kWh) per permettere ai fornitori di gas di scaricare sui consumatori fino al 90% dei costi aggiuntivi che stanno affrontando sul mercato: “È la cosa più interessante di questi ultimi giorni”, osserva. La Germania realisticamente avverte il rischio che le imprese che distribuiscono gas vadano in difficoltà in termini di conti economici perché in passato hanno venduto ai consumatori contratti su prezzi inferiori rispetto a quelli ai quali si stanno rifornendo ora”. In Italia, invece, fin dall’inizio della crisi si è deciso di ricorrere a bonus per far fronte ai rincari: “Lo sforzo – sottolinea – andrà concentrato sulle categorie più in difficoltà, che non sono solo le famiglie che rischiano di cadere in una condizione di povertà energetica o ci sono già finite. Per loro si potrebbe intervenire anche con strumenti di sostegno all’indebitamento o alla rateizzazione che possono essere introdotti”. Infine, una battuta sui rigassificatori che, per il docente “vanno fatti il più in fretta possibile”, anche perché “ci permetterebbero di utilizzare una tecnologia in più” nell’impegno per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento.