“Alla sequela di Giorgio La Pira, la pace possibile. Sempre attuali le sue parole, pronunciate il 16 agosto 1959, al Cremlino a Mosca. Concordia e fraternità tra i popoli”. Lo dice il presidente del Centro studi Giorgio La Pira di Cassano all’Jonio, che le cita: “Il nostro disegno architettonico, dev’essere questo: dare ai popoli la pace, costruire case, fecondare i campi, aprire le officine, scuole, ospedali, far fiorire le arti e i giardini, ricostruire e aprire dovunque le chiese e le cattedrali. Perché la pace deve essere costruita a più piani, ad ogni livello della realtà umana: livello economico, sociale, politico, culturale, religioso. Soltanto così il nostro ponte di pace fra Oriente e Occidente diventerà incrollabile”. “Sembra, invece – aggiunge Garofalo -, che la guerra e tutti gli altri conflitti siano spariti dall’agenda delle forze politiche, impegnate ad affrontare la prossima campagna elettorale”. Nelle sue parole la consapevolezza che, “senza la pace, gli stessi equilibri interni degli Stati, sono messi a dura prova e a fare i conti con economie sempre più deboli, che producono – rimarca Garofalo – fragilità, disuguaglianze, profonde sacche di emarginazioni e povertà”. “La via d’uscita c’è – conclude -, ed è indicata nell’enciclica ‘Fratelli tutti’, con cui Papa Francesco ci chiama a fare nostro, e a realizzare, il desiderio mondiale di fratellanza, che parte dal riconoscimento che siamo tutti fratelli e sorelle, nella consapevolezza di dover rispondere alla vera sfida di questo millennio”.