“La nostra città è abitata da diverse povertà. Sono molti i volti della povertà! San Lorenzo, santo della carità, ci sprona a non tacere, a farci carico di queste situazioni, a far sì che le nostre istituzioni, con senso di responsabilità, facciano leggi che veramente pongano rimedio alla povertà in tutte le forme in cui si manifesta, promuovendo la persona e superando ogni forma di assistenzialismo o, peggio ancora, di indifferenza”. Nel celebrare, ieri, in cattedrale la solennità del santo patrono di Alba e della diocesi tutta, il vescovo, mons. Marco Brunetti, ha preso spunto dalla vita e dall’esempio del martire Lorenzo per richiamare i cristiani al dovere della carità, che fa parte della missione della Chiesa, come conseguenza diretta “dell’annuncio del Vangelo e della celebrazione dei sacramenti”.
Alla presenza di autorità cittadine, associazioni e fedeli di tutta la diocesi, il vescovo ha invitato i cristiani, oltre che le istituzioni, ad agire “con senso di responsabilità”, davanti ai problemi di oggi. “Anche la nostra Città è abitata da diverse povertà, che non appaiono a prima vista, ai tanti visitatori e turisti che la percorrono superficialmente e distrattamente – ha osservato il presule -. Sono i Centri di ascolto della Caritas, della pastorale Migrantes, di tante associazioni di volontariato presenti sul nostro territorio che ci ricordano che sono molti a soffrire a causa del momento difficile che stiamo attraversando, per motivi economici, per solitudini che portano alla depressione, per lo sfruttamento e il caporalato nel tempo della vendemmia di tanti stranieri che vengono a cercare lavoro, per la disperazione dovuta al fatto che interi patrimoni svaniscono a causa del gioco d’azzardo riducendo molte famiglie sul lastrico e facendo ammalare molte persone fragili, situazioni che si potrebbero risolvere proibendo o perlomeno limitando la presenza di questi giochi ‘diabolici’ in tanti locali pubblici e privati, soprattutto se vicini alle scuole, alle chiese o ai giardini pubblici”. E ancora un pensiero “alle persone detenute nella nostra Casa circondariale di Alba, attualmente adibita ad ospitare persone giunte a fine pena in attesa di progetti lavorativi ed abitativi per una effettiva riabilitazione che ridoni piena dignità a chi ha pagato il suo debito con la giustizia. Faccio un appello alle istituzioni preposte affinché queste persone possano al più presto uscire da questa triste situazione e tornare ad una vita dignitosa insieme alle loro famiglie. La nostra Città non può rimanere indifferente!”. Situazioni in cui “‘Caritas Christi urget nos’, l’amore di Cristo ci spinge, è il vero motore del nostro agire in questo mondo”, ha concluso mons. Brunetti.